da Angelo Montanaro | Gen 5, 2019 | Maldoror
Un amabile prete amante di adolescenze negate, per l’arrivo del natale, in accordo con il Movimento per la vita di Monopoli, proietta di nascosto e senza avvisare le autorità scolastiche un noto film dell’orrore sull’aborto.
“L’urlo del silenzio” è un vecchio film del 1984, prodotto in America dalle destre neo-con, che viene regolarmente usato dagli anti-abortisti italiani come “lezione di educazione sessuale” per gli adolescenti. Non c’è niente da ridere. Si tratta di un film contenente false informazioni utilizzato per incutere paure e condizionare giovani di 14-15 anni che non hanno ancora gli strumenti critici per analizzare quanto viene proiettato.
Dopo la denuncia di due parlamentari che hanno chiesto al ministro dell’istruzione di indagare sul fatto, le notizie sui giornali hanno mosso un poco i cittadini di Monopoli. Così i settimanali locali che avevano ignorato i fatti sono stati costretti a pubblicare resoconti decantati, tanto per non turbare il natale. Anche la Tv7 locale ha dedicato una seduta con il dottor L. Abbaticchio, garante per l’infanzia, in una trasmissione condotta dal Vespa locale “ferroviere” a tempo perso.
Dopo le dure reazioni dei sindacati della scuola, anche il preside ha finalmente preso le distanze, silenzioso prima e ciarliero dopo.
Il preside M. Cazzorla deve scusarsi con le famiglie e gli alunni della sua scuola per le frequenti intrusioni di questi movimenti nella sua scuola, visto che non è la prima volta.
Lo stesso prete Don Oronzo Negletto deve essere immediatamente espulso dall’istituto.
Dal 1978 l’aborto è regolamentato dalle istituzioni italiane e ancora non si danno pace questi movimenti talebani che negano il rispetto di una legge dello Stato.
In una scuola moderna si dovrebbe abolire l’ora di religione, perché chi vuole frequentare le religioni può benissimo andare nelle chiese o nelle moschee dove l’insegnamento può essere assicurato.
La stessa amministrazione cittadina è rimasta silente per un bel po’ di tempo prima che che alcuni esponenti si decidessero a fare timide dichiarazioni di presa di distanza.
Monopoli nella sua sonnolenza civile si mostra per quello che è sempre stata: una città magliara senza cultura civile, menefreghista e individualista, qualunquista e dedita solo al commercio turistico.
A. Montanaro
da Angelo Montanaro | Dic 17, 2017 | Maldoror
“Cementeria” di Monopoli. Arriva in sordina la notizia che sarà ridimensionata la mega speculazione edilizia sull’ex-cementificio che avrebbe comportato la sparizione di una piccola insenatura utilizzata dalla Lega Navale per la scuola giovanile di vela. Delle vicende dell’ex cementificio Italcementi a Monopoli avevamo raccontato in questo video con intervista ad Angelo Papio, descrivendo gli interessi in campo e il progetto edilizio di Marseglia &Co. Oggi, dopo 4 anni, arriva il parere negativo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari, che frena il progetto per le molte “criticità”.
La notizia, che circola pochissimo, spiazza la giunta comunale di Monopoli con in testa il sindaco Romani che, in quanto uscente, stava preparando il terreno ad un suo erede di cordata. Una botta anche per l’Assessore Lacatena, primo promotore delle future “ramblas” incluse nel progetto, tanto elogiate quanto fraintese, visto che le ramblas esistono a Barcellona e non, come da lui dichiarato, a Madrid.
Le molte dichiarazioni contrarie di cittadini e cittadine, le azioni dei circoli culturali e delle organizzazioni della società civile, infine l’intervento delle autorità preposte hanno finalmente mosso qualcosa per fermarsi a riflettere sul progetto presentato da una cordata di imprenditori, l’ultimo che va ad aggiungersi all’annoso problema della cementificazione dell’orizzonte marittimo di Monopoli.
E’ arrivato anche, in ritardo, l’intervento per smantellare la foresta dei gazebo che infestano il centro storico.
Questi ed altri danni alla città ed a chi la abita, danni di cui finalmente si prende coscienza, sono opera di un’amministrazione in continuità con il passato di speculazione edilizia che ha rovinato il paesaggio urbanistico di Monopoli.
Lentamente ci avviamo verso un cambio di amministrazione, i futuri candidati sono una folla insolita e questo è un segnale che la posta in gioco per il futuro di Monopoli è alta. Non intendo dare indicazione di voto, ma suggerire di scegliere chi non ci danneggi.
A. Montanaro
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da Angelo Montanaro | Set 18, 2017 | Maldoror
Finalmente con il rito solare del 1° settembre si chiude l’infinita cuccagna dell’estate monopolitana. Esaltazione del super-assessore Campanelli (detto drin drin) e del suo tirapedi sciaboletta con delega alla cultura (sic!).
Questa estate è cominciata con la posa della lapide dedicata alla Madonna che solennizza Monopoli civitas Mariae, non mancando il Podestà Romani di associare il suo nome all’evento, iscrivendo il suo nome sulla lapide.
Mentre si esulta per il favoloso matrimonio di rampolli di ricchi costruttori di grattacieli americani, Monopoli vive l’estate più sporca della sua recente storia amministrativa. Mentre i settimanali cittadini esultano per la venuta dei vari divi della politica americana, dalla famiglia Trump alla pop star Madonna, a Lady Gaga, la costa e le spiagge sono inondate da liquidi fognari fuoriusciti dalla rottura della rete.
Tutto bene per i nostri operatori turistici per l’affluenza record di ospiti. Anche se qualcuno, tra questi operatori, ha postato di non accettare ospiti gay o d’altro genere, confermandosi così che Monopoli, oltre ad essere una città fascista, si pregia di essere anche omofoba. Il Podestà farfigliando (come il suo solito) un debole rammarico senza condanna per il B&B Colavitti che si pubblicizza con chiara omofobia offendendo la città con un’altra cattiva pubblicità.
Ora che questa caldissima e secca estate lentamente si archivia, non rimane nulla nel deserto culturale e artistico se non le numerose scritte inneggianti al nazi-fascismo di un gruppo di psicopatici che da tempo si esercitano sui muri di Monopoli, senza che si intervenga per denunciare gli autori, che si conoscono per nome e cognome. Tutto questo nell’indifferenza omertosa di quelle forze che si autodefiniscono democratiche.
Con l’annuncio che il primo cittadino non si candiderà alle prossime elezioni amministrative, né alle politiche, registriamo un sorriso di soddisfazione della città Urbana.
Speriamo che questa amministrazione in uscita si porti via anche tutto il percolato prodotto.
A. Montanaro
da Angelo Montanaro | Ott 29, 2016 | Maldoror
L’evento
L’ottobre phEST non è la festa della birra, ma una “festa internazionale della fotografia (Photography) che guarda a EST a partire dal punto di vista privilegiato di Monopoli”. Si tratta di una mostra fotografica disseminata per tutta la città, sia in contenitori chiusi che aperti. La chiusura, prevista per il 30 ottobre, è stata rimandata al 1 novembre.
Qui scriverò essenzialmente delle foto-tessera formato gigante esposte sul muro del porto vecchio, l’esposizione intitolata “I gladiatori di Nettuno”
Intorno al grande evento si assiepano a centinaia, tutti presenti alla foto di gruppo: facce da vetrine, intellettuali benestanti, parassiti vari, potenti e importanti, poveri di spirito in estasi, gitaioli d’Europa, infiltrati nobili e anime morte. Il grottesco e il sublime danzano un tango dove si confondono nobiltà e miseria culturale.
Una storia violata
I volti di lavoratori d’altri tempi sono esposti lungo il vecchio porto monopolitano, rughe bruciate dal sole e dalla salsedine in primo piano. Un’acrobatica prova di resistenza umana, un passato a non farsi strappare il tempo e a essere la propria storia.
Una storia di persone che vivono il mare violata dallo pseudo-artista in una mostra assurda, da cui trasuda l’immaginario del presente, con la bomba innescata della falsa modernità.
Esposti in fila su quel vecchio muro storico, come galeotti in partenza verso Cayenne lontane, quei volti gridano vendetta.
Mentre l’assessore e il suo tirapiedi Spada (detto “sciaboletta”) gongolano nella propria mediocrità, pronunciandosi sull’esposizione in un pensiero asfittico, miope. Certamente non si poteva chiudere questa Estate Monopolitana 2016 senza un’ulteriore conferma della povertà culturale di questa amministrazione.
L’inganno
Il cinismo della furbizia si è rosicchiato tutto, e ciò che non è zuppa pre-elettorale scivola immancabilmente in inganno, kitsh. Tarate sul disincanto, mostre così sono merce scaduta, ma c’è da credere che, da qualche parte, qualcuno sia ancora talmente ingenuo da guardare quelle foto e dar loro il tempo di significare qualcosa.
Qualcuno che si prenda con calma e pazienza il tempo di una visione d’insieme, alzerà poi gli occhi al cielo mentre alle labbra salgono parole come “sdegno”, “ribellione” e perfino “compassione”, poi salirà la nausea e sentirà come l’impressione di avere consumato lo sguardo in sgradevolezza. E magari si troverà a chiedersi quando si è fermato l’ultima volta per una visione sublime.
Non si può indossare l’inganno come una seconda pelle. Tutti nella stanza dell’eco hanno criticato l’evento per i danni ai muri antichi, ma nessuna critica è pervenuta sul contenuto artistico fuori contesto sociale dei personaggi esposti come “gladiatori di Nettuno”.
Un’operazione dal puzzo New Age.
A. Montanaro
da admin | Mag 22, 2016 | Maldoror
Siamo stati ammainati!
Monopoli. Quest’anno il premio della Foundation for Envoronmental education “Bandiera blu” non ci tocca. Motivo: il mal funzionamento della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta.
Il primo cittadino sindaco Romani, noto per farsi fotografare in ogni occasione (a lui) propizia, ha farfugliato banali scuse per l’ambito riconoscimento negato.
I suoi sodali dell’amministrazione cittadina, a cominciare dall’assessore Campanelli detto Drin Drin, fino all’assessore alle politiche giovanili Spada detto Sciaboletta, non si sono visti in circolazione, tutti latitanti dalle solite comparsate elettoraliste.
Qualche timida contestazione è arrivata dalla debole opposizione monopolitana, per il resto tutto tace.
Non parlano gli imprenditori sedicenti “operatori turistici”. Non parla quella moltitudine di gestori B&B, erano già tutti pronti per l’inizio dell’estate 2016.
La tosatura del turista quest’anno verrà fatta in tono minore. Molti iniziano a pensare, vista l’aria che tira, che sia meglio tornare al vecchio mestiere di magliaro.
Nessuno si è preso la briga di riflettere sulle mancanze che si sono verificate, tutti allegramente impegnati a contare i guadagni delle favolose estati monopolitane.
Oltre alla mancata raccolta dei rifiuti differenziati, bisogna mettere in conto la mancanza di professionalità dei gestori dei lidi, la privatizzazione delle spiagge, la pulizia e l’igiene degli alimenti, il fracasso della movida nel centro storico, la totale negligenza nell’emissione degli scontrini in bar e ristoranti (che quando richiesti sono spesso registrati con cifre inferiori a quella pagata).
Nelle poche spiagge libere si susseguono furti in continuazione, non vi è alcuna sorveglianza urbanistica del territorio, la trasmissione ai turisti della cultura e della storia del luogo è zero.
E la città per anni è rimasta muta e sorda rispetto a questa sciagurata amministrazione, complice anche la catena di omertà dei giornalisti locali, che non hanno mai disturbato l’operato del sindaco.
L’ennesimo schiaffo è arrivato con l’arresto di sette pescatori per truffe di carburante, ancora tutto da verificare.
Questa è la Monopoli della destra al suo governo, la Monopoli dell’antica cultura magliara.
La Monopoli scivolata verso il malaffare urbanistico, senza alcun controllo degli inquirenti, la Monopoli dal futuro incerto e pericoloso.
Per l’estate 2016 verrà issata la bandiera della vergogna sul pennone del Castello di Carlo V.
A. Montanaro
Immagine: ‘Constructed from litter collected from a half hour walk on a Fleurieu beach+:(‘