Primo Moroni, la libreria Calusca e il circuito delle librerie alternative
“Antropologo della città, libraio del movimento, crocevia delle più varie anime della rivolta, scientifico ballerino della vita”. E’ Primo Moroni, ricordato da Impunita che oggi, nel ventennale della morte, rende disponibile questa intervista del 1987 aprendo una serie di pubblicazione di documenti dal preziosissimo archivio, che è stato riordinato e reso disponibile online dai compagni e dalle compagne del Cox18.
Alla Libreria Calusca di Primo Moroni portavamo i nostri documenti e ci rifornivamo di libri anche noi della libreria del Circolo culturale Mauro Larghi e del Centro documentazione Puglia, a Monopoli. Ci ha fatto piacere ritrovarci nella nell’intervista a Primo:
“è stato un fortissimo luogo di comunicazione, una specie di porto franco, in cui si attutivano le differenze e si scambiava molta comunicazione. Ha avuto una serie di collegamenti di tipo nazionale con tutti i centri di documentazione, da quello di Pistoia a quello di Lucca, a quello di Trento, tutti questi materiali venivano veicolati e circolavano in un tessuto di rete fuori da quello ufficiale, con una massa di informazioni. Sono nate su questo modello altre 60 librerie sparse per l’Italia. A Monopoli come a Palermo, a Padova come a Terni, a Torino come a Genova, in una rete che veniva chiamata “Circuito di distribuzione Punti Rossi”. Ogni luogo era indipendente ma erano uniti da un modello, da un percorso, da uno scambio continuo di arricchimento e di socializzazione, cioè chi sapeva di più dava di più agli altri. Si organizzava un convegno all’anno molto ricco, a cui partecipavano tutte le riviste. […] Le riviste trovavano il luogo privilegiato di diffusione in queste librerie, le librerie creavano un circuito di distribuzione parallelo alla grande distribuzione commerciale, o anche a quella media, e in questa struttura di rete si formavano luoghi di incontro e comunicazione che attutivano le differenze e creavano ricchezza. È anche una libreria classica, nel senso che c’è l’editoria classica delle donne, o dei grandi editori, e deve reggere il confronto anche con una buona libreria democratica borghese, come qualità, aveva allora però in più la caratteristica di avere tutte le riviste autoprodotte, ed oggi tutte le fanzine prodotte dalle nuove aggregazioni metropolitane. L’area punk, l’area dark, i dischi, le magliette, le fanzine, le fans magazine, ce ne sono circa 600 in Italia.
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Abbiamo raccontato lstoria del Circolo Mauro Larghi, e quella del collettivo ArcaGam, nel libro “Underground nei cieli del sud”, scaricabile dal nostro sito.
In Archivio storico abbiamo pubblicato i documenti d’archivio.