Odradek

Odradek

compeSiamo ciechi, sordi e gobbi, e non ragioniamo più.

Basta leggere e ascoltare le storie ricorrenti, ricche di retoriche alluvionali, carnevalate truculente, illusioni e soperchierie, negromanti impuniti.

Mentre cittadini straziati accedono allo stato di orfani, senza radici esistenziali, queste dissociazioni segnano la società tecnologica.

Si consumano in dosi massicce farmaci dell’anima per giustificare la schiavitù sociale e per frenare le energie politiche ribelli. Si sacrifica la propria vita al potere, alla famiglia, agli onori e alla ricchezza, pur di non rinunciare a queste chimere che generano malessere.

Si continua a ingozzarsi di antidepressivi, di sonniferi, di tranquillanti che trasformano l’umanità in una massa di zombie.

La violenza e la brutalità del liberismo globalizzato possono così darsi alla pazza gioia, dal momento che dispongono di un esercito di docili schiavi.

Tutto si concentra nel potere degli sciamani moderni, che distribuiscono pillole di placebo psichiche con abbondanti abluzioni di acqua santa, a sostituire il vecchio complesso di Epidauro.

Così si diventa sordi come Ulisse, e si marcisce in una solitudine radicale per non sentire più il canto delle sirene mercantili della sopravvivenza.

Mentre il tempo scrive le proprie devastazioni su un palinsesto destinato alla polvere.

Si cerca di lenire la propria pena, rivolgendosi al supermercato del pallium, … si trova in Vaticano, disponibile a prezzi accessibili sotto-banco. Ma per chi può permetterselo, dimostrando una fede assoluta, naturalmente nella conversione facilitata da un buon lascito, la chiesa si apre a quelle persone che scivolano verso il trapasso.

Qui si compie il destino dell’Odradek. Con l’umanesimo dei diritti umani che di fatto nasconde completamente la mostruosità dell’umano in quanto tale, presentandola come sublime essenza umana.

Ecco l’ultimo diritto umano sacrificato per la fioritura del papavero rosso.

Tutto viene spazzato via dal vento Schadenfreude tossico, per coprire l’orrore di ordigni, per disinnescare il pensiero. Ed allora chiediamo alle parole la potenza alchemica degli Atanor per versare nel crogiolo della propria esperienza quel che serve per ottenere l’oro dei diritti universali.

 

A. Montanaro

 

Image: ‘Tower of illusion
Tower of illusion
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Caravanserraglio

Caravanserraglio

Con gli attentati di Bruxelles arriva nuovo ossigeno alle nostre TV.  Si credeva che i talk show fossero alla frutta e che si fossero ridotti a intervistare la gallina di Banderas e il passero di Del Piero.

Grazie ad Abdeslam gli studios si sono riempiti di telefondamentalisti, di Brunetta, Belpietro, Sallusti e Santanché, e l’agente della Cia Luttwak, tutti i tuta mimetica pronti a scagliarsi sul nuovo storytelling del momento.

L’Islam come male assoluto del momento ha invaso il nostro beneamato (sic) paese, e niente corruzione, non più la casta e l’antipolitica, i comunisti e tutto quello che si è raccontato nel recente passato.

Si sono tutti ritirati sull’Islam, pronti a partire nella guerra di civiltà prossima a venire. Per il momento si accontentano di fare cecchinaggio catodico con coro di esperti, vecchi generali rincoglioniti dalle guerre puniche, esperti di strategia e libri annessi in promozione. Non mancano Imam televisivi, tanto per accontentare la Santanchè che da esperta pescivendola si diverte a prenderli a pesci in faccia.

Non mancano i politici a caccia di voti accompagnati da giornalisti prêt-à-porter. Si distingue in questo ruolo il già noto Salvini, collegato contemporaneamente su tutte le reti TV. Si fa intervistare la guerriera Meloni nella parte di madre courage, pronta a mettersi l’elmetto delle vedove di guerra. Nella confusione di interventi in collegamento si mescolano opinionisti in declino pronti a giocare la carta del Jihad per riportarsi alla ribalta.

Persino Bergoglio si è cimentato nel lavaggio dei piedi agli extra-comunitari, così per non essere accusato di essere parte.

In tutto questo caravanserraglio nessuno si è preoccupato delle vittime. Sia di quelle di Bruxelles che di quelle di tante guerre scatenate (da chi?) in quei territori.

Tutti con le loro ricette adatte ad accumulare odio e paure, pronti per esplodere, tutti in attesa che qualche esaltato militare scateni l’ennesima carneficina in Europa.

Quell’Europa fallita in tutti i sensi, che si è sempre occupata di economia lasciando marcire la politica, nutrendo la parte negativa della democrazia e lasciando languire l’idea di libertà e uguaglianza che i popoli europei si aspettavano. Hanno vinto le strategie del caos volte a mettere in ginocchio interi popoli del globo. Hanno vinto gli esaltati dell’Armageddon finale contro l’umanità.

 

A. Montanaro

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#Inktober 21 October. Gator Golf.

Ubique!

Ubique!

93231349_eba745da1dQuando fanatici teocrati di entrambe le sponde si alleano sono guai seri per l’umanità.

Così più si allunga l’aspettativa di vita più si allontana il sistema sociale. Mentre all’angoletto della quotidianità agonizzante sei considerato solo per il tuo potere d’acquisto.

Nelle solitudini dei telegiornali, passi l’ultimo tempo rimasto ad ascoltare delle tante carneficine che si perpetuano nel mondo, da quelle in Africa a quelle dei poliziotti bianchi contro ragazzi di colore disarmati, delle polizie etniche nei deserti del petrolio, delle primavere arabe affogate nel sangue.

Mentre sulle capitali piovono missili occidentali. Che morte è mai questa?

Mentre entra in commercio l’elisir di lunga vita – cento anni minimo garantito.

Tutto per amore come quintessenza dell’uomo comico o come dell’amore comico dell’uomo. Un amore schivo per servile convenienza? Così da sembrare, gli umiliati, per vocazione.

Questo mondo ri-trovato di squadracce ex-fasciste, e branchi di ex-democristiani, e bande di ex-preti, con mute di bulli di quartiere, che mondo è?

Forse il primo mondo che si nutre di privilegi a spese di chi vive guerre economiche e razziste, a spese dei sopravvissuti di naufragi nel mediterraneo.

Un mondo privilegiato, protetto dallo Stato che incoraggia la schiavitù.

Ai nostri politici gli viene un’erezione solo quando incassano una tangente.

Quando il soffio della libertà attraversa le acque sporche dove trionfa l’obbedienza. Nel regno della massima schiavitù chi indice la possibile libertà?

Solo gli ultimi angeli caduti beneficiano della passione incandescente della libertà.

Mentre la plebe assente si glorifica nel grasso dello Spirito Santo, che predica alle vittime designate di sostituirsi agli agnelli sacrificali.

Mentre i lupi travestiti da pastori derubano i cittadini trasformati in gregge.

E tutti in transumanza con i pacchetti-vacanze detti obbligazioni subordinate, per l’ultima stagione di rigor mortis.

Così dopo un’infanzia e una gioventù, una famiglia di bigotti incancreniti affronta la vita da incubo che li attende.

Tutti uniti davanti a specchi deformanti e compiacenti di se stessi nei ruoli che il sistema assegna.

I briganti delle banche gioiscono nei loro inganni per il beneficio ricevuto, così la santa alleanza massone-cattolica si compie nella benedizione vaticana.

Una vita a ricarica di pile a batteria delle convenienze fino all’esaurimento delle stesse, per le solite minestre riscaldate.

Mentre lentamente si segue il karaoke sociale e il wusterl alla birra, scorre dall’esofago al water tutta l’esistenza umana e fluisce nella cloaca dell’eternità.

Quante energie spese per sostenere un sistema di devastante marciume, una struttura cattolica nonché laica, ovvero italiana.

Vittime trionfanti di perdono accordato per ogni misfatto, fatto passare per peccato veniale.

Viva l’anno santo!

– Pietismo cinico – di cascami di canaglie.

Essere trascinati nello strazio della volgarità della fiera dei falsi problemi. Per finire nel ruolo del consumatore coatto. Tutti prigionieri di una macchina cannibale, una cloaca antropofaga.

Nessun rancore verso quelle marionette su una scena troppo grande per il nostri destini, per quelle fabbriche di rotelle docili per la macchina sociale.

Bravi sposi, bravi padri, bravi lavoratori, bravi cittadini, ma soprattutto bravi credenti.

Mentre sogniamo quell’eterna Utopia che ci permette di continuare a vivere.

 

A. Montanaro

 

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Views from Destiny
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Lo spettacolo porno del dolore

Lo spettacolo porno del dolore

5167969_2c7e0459f5Di fronte all’orrore di quello che è accaduto a Parigi, i nostri media non hanno trovato di meglio che alimentare lo spettacolo del dolore.

Hanno trasformato la morte in uno spettacolo fantasmagorico, pornografico.

Le persone colpite dal dolore, i loro famigliari, non lo meritano.

La realtà è trasfigurata nello spettacolo attraverso la bulimia dell’informazione. Quando i media fanno ore di diretta ritrasmettendo sempre le stesse testimonianze, anche il dolore diventa irreale. Questa spettacolarizzazione sfrutta, nega e desacralizza il dolore. Nella società che adora la morte filmata in diretta, la morte è oggetto di consumo.

Nessuna umanità viene rispettata, nessuna vittima viene risparmiata.

Troppo spesso si dimentica come la quotidianità del terrore, che noi sperimentiamo solo ora, in tanti paesi, dalla Siria alla Nigeria, dalla Libia all’Iraq, passando per l’Afghanistan, è la realtà di ogni giorno.

Così come lo è per i rifugiati che arrivano in Europa, in fuga dall’islamofascismo dell’IS e poi bersaglio dell’odio xenofobo.

Gli alleati nostrani del Daesh li trovi nelle pagine dei quotidiani della destra razzista. Sono le facce della stessa medaglia. I terroristi dell’IS non vanno capiti, vanno considerati per quello che sono, islamofascisti, speculari ai razzisti europei anti-immigrati.

Contro la Jihad il bellicismo non basta, bisogna capirne a fondo le strategie comunicative, coprendo che alla base della propaganda non c’è solo marketing, ma un vero e proprio storytelling: una mitologia a base di personaggi che si trovano facilmente nei videogame come “Cal of Duty”.

L’universo dei videogiochi, cui ricorrono anche gli americani per il reclutamento di volontari, è un eccellente strumento di de-socializzazione, addestramento e assuefazione alla violenza.

I reclutatori di Daesh hanno messo a punto alcuni grandi miti: il modello del “cavaliere eroico“, la partenza per una “causa umanitaria” proposta ai giovani delle periferie disagiate del mondo per instradarli all’azione violenta.

Le organizzazioni terroristiche si basano su narrazioni che vanno decodificate per definire una strategia e minarne l’efficacia.

La demolizione del mito fondatore di Al Qaeda presupponeva, per esempio, la capacità di proporre “un mito alternativo, una storia migliore di quella proposta dai mangiatori di miti”.

Al di là delle farneticazioni dei nostri guerrieri alla paesana, delle provocazioni dei soliti Salvini di turno che in branco si esibiscono in toni bellicosi…

Bisogna tornare alla lotta di classe per una solidarietà globale degli sfruttati e degli oppressi. Senza questa visione, la patetica solidarietà alle vittime di Parigi è un’oscenità pseudo-etica.

 

A. Montanaro 22/11/2015

 

Immagine di Aaron Edwards
in a moment

I mostri di dentro

I mostri di dentro

Mummie progressiste morenti, esangui, rifiutati dalle cittadelle mediatiche per rilanciare imprecazioni contro la sventura del tempo.

Nel godimento delle sfortune altrui.

Classificazione Neo-Tecno.

Il fighetto Eco-responsabile con la borghese Fashion-victim.

La rever gay-friendly con il Cybor-satanico e il tecno-zoom.

Tutti alla ricerca del mostro nascosto nei rifiuti della memoria. Il dio tappabuchi degli economisti, dell’autopsia dei cittadini.

Galleggia lungo i fiumi nell’oscurità dell’inferno.

Infine, pagate le Prefiche per il pianto, siamo liberi di vivere nell’illusione della libertà.

L’imbecillità come meta massima da raggiungere.

Vivere come cercare oro in una discarica.

E la terra come fogna dell’universo.

Immergersi nello squallore del divismo quotidiano usando la lingua morta della parola pubblica.

È l’intelligenza del verme solitario che solo l’acido corrosivo dell’imbecillità nutre.

Facce vuote come culi di tacchino si aggirano nelle notti agitate.

Nell’avamposto della morte dove si vomitano le anime, spargere sterco sui propri sogni.

È nelle osterie delle anime perse che la civiltà della guapperia del consenso si è evoluta. Producendo il virus del vaiolo delle scimmie nel degrado della democrazia del teppismo.

Signori di primarie che elargiscono premi ad una plebe affamata di vizi.

Inondati di bile nera per produrre melanconie.

Nel furore della poesia si cammina sull’orlo di precipizi per sgretolarsi, andando in pezzi nell’infame rovina, come prezzo del suo trionfo.

Alla ricerca di uno spazio nascosto in un loculo, per scoprire che quel passato non c’è più.

Rimane solo un’ipnosi nebbiosa che spazia desolata dove nessuno pensa.

Così si scoprono fiori delittuosi, che spuntano dagli abissi dalla cloaca della terra.

Tutto l’orizzonte che ci attrae è quello dell’uscio della porta di casa, dove la storia si è fermata per bivaccare in una palude, in attesa che la mediocrità si dilegui.

Politici maggiordomi di “Maeson de passe”. Che invece di ricevere mance, le rubano. Come i ruffiani alle prostitute, solo che ora è il cittadino che si prostituisce.

Viviamo un tempo di vanità, di volgarità, di megalomanie. In un paesaggio di puerili monumenti di carni purulente.

Si trovano ovunque, avvinghiati alle strutture amministrative dello Stato. Piccoli Bismarck in divisa da portiere d’albergo.

Shit-storm di sterco sopra la superficie del paese, mentre sotto le viscere vitali dell’Italia scorre tutto il marciume.

Nascosto nelle cantine della vita.

Ed il resto che appare viene mostrato e teatralizzato come messa in scena di un inconscio esibito comicamente, come in una farsa più spettacolare ed esilarante, come nell’Atene di Aristofane.

Digeriamo così lo sterco come aspetto migliore di noi.

I moralisti un tanto al kilo creano movimenti di emancipazione dalla noia sociali, banalizzando tutto nei labirinti dell’anima. Trasformandoci da macchine da prestazione autistiche a idioti savant.

In attesa dell’amore di Nausicaa indossiamo maschere morali da tarantolati per nasconderci prima di scendere nell’Ade.

Così, finita la musica della vita, finito il ballo.

Tutti affetti dalla malattia di Corinzia, per finire nelle braccia di Calipso per la vita eterna.

Quanta gioventù dorata svolazza intorno alla fiamma della vanità, per ritrovarsi nei cessi dei club riservati a leggere i capolavori della metrica segaiola.

Come essere incatenati in un coito eterno!

Gli esperti di finanza ciarlatana, distruttori creativi che lasciano dietro di sé cenere e segatura, con astuzia mimetica nascondono il cancro economico sul corpo sociale dei cittadini.

Assassinando la felicità ci trasportano nelle fredde acque dell’egoismo.

Tutti attaccati alla mammella dell’economia globale.

Dalla morte di Dio di Dostoevskij alla violenza perpetua del mercato.

Piccola umanità colma di odio servile verso i potenti del sistema che fedelmente riproducono.

Inneggiando alla moda del suicidio imprenditoriale del piccolo artigiano.

L’angoscia programmata come sbarre di lager sociali, per mantenere l’ordine del lavoro schiavista.

Nell’ordine di asserviti volontari si rivelano delle piccole carogne quei capetti che hanno fatto dell’etica il mercatino della delazione.

Ci si batte nelle gabbie del tempo, fingendo di andare avanti, mentre si gira come criceti nella ruota.

Fino all’esaurimento della forza

 

A. Montanaro

 

Immagine by eric auchieri

fresque

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