I vastese. Gli esuberi dell’umanità.

I vastese. Gli esuberi dell’umanità.

Scoprire i granai della memoria prima che l’oblio del tempo li faccia sparire.

È come esplorare la grullaggine umana, guardarli tutti uniti in un’orgia di pance birrose, stretti in blu jeans a vita bassa e infradito, mentre avanzano pesanti e sudaticci. Così esagerati i corpi, nelle notti di solitudine, e i colori, la natura vorace, gli odori, il caldo, l’indolenza febbrile.

Li pensiamo a vent’anni, con la muscolatura potente dei lavori pesanti e il pettine rasoiato nella tasca dietro, insieme alle loro donne con le tette fasciate da magliette aderenti nelle passeggiate da struscio, per non morire di noia, tutt’e due con un sobrio sogno nella testa: una casa, i figli e poi in pensione.

Intanto, si avvera l’incubo di un unico mondo globalizzato da violenze e guerre. Non è una storia di fantascienza, ma una storia del futuro senza prudenza e senza vergogna. Quella di una guerra logorante che non sapremo come combattere, mentre la sofferenza che deriva dall’aver privato i più deboli di difese sarà una ferita che infetterà il mondo.

La propaganda che sostiene la globalizzazione tirannica è quella del carattere estremamente pericoloso di un’invasione della nostra cara e civile Europa da parte di gente che, per i teorici del liberismo selvaggio, vale nulla. Poco più di due miliardi di persone che, per gli oligarchi della globalizzazione, contano zero. Non si può neanche dire che fanno parte del cinquanta per cento dei poveri. È peggio, vengono considerati pari a zero dal capitale finanziario. Nello schema di sviluppo del mondo, non dovrebbero esistere.

Ma intanto esistono!

Sono gli esuberi dell’umanità. In altri tempi si chiamavano, in dialetto pugliese, “i vastese”.

I senza diritti del Medio Evo che ritornano nell’era del liberismo selvaggio. Ma attenti, la rivoluzione francese iniziò per le brioches!

 

A. Montanaro

Immagine: https://www.flickr.com/photos/50075316@N00/3177128196

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