
Il grande bluff
Se non fosse tragico, sarebbe divertente. Una guerra di sterminio in corso con dittatori in progress che si accordano per spartirsi il mondo.
Trump e dintorni dettanto nuove conquiste e progetti di dominio per sottomettere intere popolazioni. Non gli sono da meno Putin e Netanyahu, da Gaza all’Ucraina, al resto del mondo.
Mentre le vecchie pietre di paragone si sgretolano, la narrazione di sofferenza non impedisce di riconoscere gli stili del colonialismo. Anime belle del linguaggio dominante incitano all’odio, ai saccheggi, alla guerra.
Ricordando il passato nel vicino presente emerge una possibile verità; gli umani si misurano sulla capacità di costruire miti ideologici e campi di sterminio.
Come l’idea del libero sviluppo del mercato mondiale sembra degna finché non si scoprono gli assassinii, le violazioni, gli eccidi che intere popolazioni subiscono per permettere ai mercanti di armi… di compilare bollettini di statistiche veritiere, previsioni catastrofiche sui destini massacrati della terra.
L’informazione in atto cospira a loro favore e i congiurati risiedono sui banchi del parlamento. L’organizzazione del silenzio passa dalla complicità dei media illusionisti, imbonitori e protettori della politica che manipola regole e leggi.
I potenti che governano con autoritarismo spietato dimenticano facilmente che i cittadini, quando capiscono il bluff, si ribellano e li abbattono.

Babilonia trumpiana
Tristi figuri si aggirano per il mondo e hanno tanta voglia di incendiarlo.
Emulano Fetonte, diffondono ovunque l’odio verso i deboli, verso gli immigrati, i poveri di tutto l’universo. Si stanno attezzando per una guerra mondiale in divenire, guerra economica di stampo trumpiano, guerra in armi con distruzione generale.
Programmano armamenti mortali, le industrie belliche si preparano alla produzione di armi tecnologiche letali contro la popolazione civile, come già si sta sperimentando a Gaza.
In Europa già si comincia ad orientare l’opinione pubblica sulla necessità di armarsi, come al solito l’Italia con la sua politica dello struzzo prende tempo, ma sicuramente si accoderà all’ultimo momento.
Sono tutti impazziti. Non basta l’Ucraina che muore per noi, ci stiamo avviando in un buco nero che ci stritolerà tutti.
L’unico messaggio che passa nei media è “guerra”, chi si oppone viene deriso se non calunniato come disfattista, oppure pacifista idiota.
In questa Babilonia la società civile si deve mobilitare, opporsi ai guerrafondai, ai novelli dittatori nascosti, pronti ad approfittare degli eventi di guerra.
Promuovere la RESISTENZA ovunque nel mondo.
A. Montanaro

La pax americana
Molti dottori stranamori si sono insediati alla Casa bianca, sacerdoti celebranti del messia Trump, che si appresta al saccheggio delle terre rare dell’Ucraina, ricattando e trovando in Putin un degno compare, capovolgendo la storia e trasformando la Russia da aggressora ad aggredita.
Non sono il gatto e la volpe nel Pinocchio, l’uno vuole territori, l’altro minerali preziosi. Non si tratta della nuova Yalta, come qualche buontempone vorrebbe farci credere, bensì di una strategia imperiale di distruzione dei territori, che sia per estrattivismo o per essere trasformati in resort di lusso, visto quello che si propone per Gaza. Senza curarsi dei popoli che ci vivono.
Fa tutto parte di una strategia militare volta a scatenare una terribile guerra mondiale, in cui l’Arabia Saudita e Israele siano scagliati contro l’Iran, Putin contro l’Europa e per la sua disgregazione, l’America contro la Cina.
Questo resta da subire, un’Europa disfatta dai sovranisti filorussi, alleata con i tecnofascisti in sintonia con Trump.
Così come da tradizione, l’Italia si accomoda ai progetti di dominio di questi megalomani, nel ruolo di vassalli medievali.
Tutto questo mentre viviamo la cinica accettazione dell’esistente, colonizzato dalla merce tecnologica e dalla felicità a buon mercato. In attesa di raggiungere la pax americana: quella delle salme.

L’orror vacui
Ogni anno, anzi ogni nuovo giorno, siamo messi a confronto con un “mondo nuovo”, l’umanità si trascina avanti, giorno per giorno, senza neppure volgere uno sguardo all’indietro (vuoi con rabbia, vuoi con nostalgia), a differenza dell’angelo di Klee, il quale invece volge all’indietro il capo, sebbene trascinato in avanti dall’uragano della storia.
L’umanità attuale in realtà guarda altrettanto poco indietro che avanti: durante il suo volo i suoi occhi restano chiusi, tutt’al più fissi sull’istante presente.
Come una verità vale una vero-simiglianza, mentre la democrazia sprofonda in una impenetrabile giungla informatica si resta prigionieri dei “social-bot”, come membri tribalizzati in politiche identitarie. L’odierno tribalismo si rileva non solo a destra ma anche nella politica identitaria delle sinistre.
La tribalizzazione progressiva della società mette a rischio la democrazia. Essa conduce una dittatura tribale dell’opinione e dell’identità.
Mentre l’oscenità dei massacri nelle varie guerre viene degradata a supporto pubblicitario.
Ora che l’odio si vende sul mercato trumpiano, lo ricevono franco domicilio le truppe sovraniste sparse in Europa.
Persino la guerra non si svolge più sui campi di battaglia, la morte arriva comodamente ogni momento in città, come in Ukraina, Gaza e in altri luoghi. Come l’acqua, il gas e la corrente elettrica, la morte viene fornita a domicilio da migliaia di kilometri di distanza, mentre i manovratori si lavano le mani nell’innocenza.
Le azioni di rimpatrio dei latini sudamericani attuate da Trump sono paragonabili alla caccia degli ebrei in Germania. Mai come ora siamo inconsapevolmente prossimi alla catastrofe. La nuova grammatica ha determinato un nomos in cui le guerre ininterrotte continuano a essere centrali nella vertigine distruttiva.
E i creatori d’odio non hanno smesso di utilizzare i sentimenti.
Il mondo globalizzato ha annullato ogni confine e si assiste al proliferare di armi tecnologicamente terrificanti.
La merce di Caino continua ad essere sempre più richiesta e ad essere fornita franco domicilio per i bisogni necrofili dei soldati della post-modernità; i mezzi più sofisticati della tecnologia bellica e la nobile indeterminatezza di un terrorismo fanatico fanno parte di un medesimo quadro sistemico.
A. Montanaro