Il governo blob*

Il governo blob*

Con l’invasione dei Pokémon nel mimetismo della vita ogni verità diventa scambiabile e la finzione supera la realtà, l’irriconoscibilità dei ruoli sociali genera il mutismo e mancanza di parola dei lavoratori nelle questioni sociali, mentre le nuove generazioni sono affette da mutismo virtuale, come nella sinistra in perenne crisi i simulacri riempiono l’assenza delle idee.

Partiti tribali governati da capi e caid non rappresentano più il popolo e con un popolo che non è più rappresentato ci avviamo verso una post-democrazia illiberale e autoritaria. L’Europa si sta trasformando in un’oligarchia liberale, pronta per il suicidio assistito.

Politici, giornalisti e accademici tuttologi, abituati a vivere tra loro, sono diventati spettatori più che attori della storia reale, mentre i governi europei ingannano i cittadini con le parole, come se stessero giocando al Monopoli durante le vacanze. Il nichilismo economico europeo dà l’immagine di un bambino che, in preda alla rabbia, rompe i propri giocattoli.

Così possiamo impiccarci, per fare un favore agli azionisti delle multinazionali, a patto che le corde siano prodotte da noi stessi. L’ultraliberismo ha ha diviso la gente in eletti e dannati. Come sono gli immigrati, destinati ad essere deportati nella nuova Guantanamo, creata da Meloni con la complicità dell’Albania (a quando i forni?).

L’orizzonte d’hybris nel culto della menzogna , così fra family day e pro-vita si salda quel fronte talebano con i post-fascisti al governo.

Si attende il falling from grace, la caduta.

A. Montanaro

*ispirato a La sconfitta dell’Occidente di Emmanuel Todd

Il teatro dei vincitori

Il teatro dei vincitori

L’effetto afrodisiaco del potere non è la vita ma la sua rappresentazione, come l’Olandese volante alla ricerca di un approdo che non troverà mai. Mentre la massificazione mercantile di Amazon nei gusti dei consumatori produce dei “silos” mortali nell’accumulazione di merci non necessarie. Il governo Meloni ha costruito un brand non solo per i nostalgici del fascismo ma anche per molti cittadini convinti della bontà del suo prodotto; come la Coca Cola. Così un pericolo non percepito diventa un ossimoro. Nel periodo breve potrebbe andare avanti con l’aiuto di bugie e inganni, ma a lungo andare il bluff viene scoperto.

Le camere d’eco vengono sostituite dalla nuova cortina di silicio per sottomettere l? cittadin? ai nuovi potenti algoritmi (AI). Ci produciamo da noi stess? una quantità di dopamina superiore al nostro bisogno, trasformandoci in militanti di Kramen armat? di “Malleus maleficarum”.

Molt? nullafacenti si sono trasformat? in consiglier? politic? che si prodigano nel “Ballet de la nuit” per prolungare la vita di una Europa moribonda. Mentre una moltitudine di cittadin? lavorator? vivono il dramma della sconfitta e di conseguenza la morte sociale.

Nascosti nella foresta di Arden, in attesa che gli apprendisti stregoni la smettano di guerreggiare seminando decine di migliaia di morti.

Bisogna smettere di tifare sempre e comunque per il più forte.

A. Montanaro

Rapsodia del disincanto

Rapsodia del disincanto

Ingannati da immagini mentali (figmentum), si produce una sovranità illimitata come sogno illusorio, la destra al governo si presenta come simulacro del fascismo.

Nel presente “l’amor fou” per Meloni, amplificato da rituali immagini di donne nel vuoto della politica, si rivela pieno di trappole sociali, dannose per i cittadini.

Finite le baruffe amorose di ministri e amanti, sono usciti tutti dalla stessa fogna che ha generato altre celebri creature della sottocultura trash; guru e conduttori di talk show, casalinghe televisive rifatte, sono tutti figli di questa terra, ciarlatani e magliari.

Per anni siamo stati governati da un berlusconismo pieno di scrupoli. Era l’inizio di quello che subiamo oggi, con un capitalismo trionfante e i lavoratori oppressi.

Sono giunti al governo predicando risentimenti e odio, come si sono svenduti i cittadini più poveri al nuovo ordine globale con il concorso bipartisan di tutti i partiti. Se pensiamo che 500 mila cittadini votano un generale razzista e misogino e la pensano come lui.

Questo ed altro siamo diventati? Afflitti da un egocentrismo folle (Renzi) che ci porterà velocemente nella più ampia disgregazione sociale.

Cerchiamo risposte in panacee private e religiose, idee fisse, identità di gruppo alla ricerca di nemici (Lega) capri espiatori, moriremo di tristezza?

Parlare di lavoratori e come inoltrarsi nella terra incognita della distruzione del lavoro.

Essere estraniati da altri cittadini e della realtà stessa, aderenti a ideologie solitarie come descritte da H. Arendt (“l’origine del totalitarismo”).

Come dire che il passato non è mai morto; non è nemmeno passato.

A. Montanaro

(Immagine: A. Montanaro)

La nostalgia del futuro (Come la salamandra Axolotl)

La nostalgia del futuro (Come la salamandra Axolotl)

Se gli europei sono uomini “standardizzati”, non curati e codardi, lobotomizzati dal passato.

In Italia è salita al potere la destra post-fascista amica di Orban e Trump, la politica di disinformazione e con una rete di propaganda (tele Meloni) dimostra che siamo giunti alla fine del mondo moderno e all’inizio dell’era post-fascista in cui l’assurdità si affianca alla globalizzazione per produrre risultati impensabili.

Umiliante vedere un paese andare alla deriva culturale e sociale.

L’era post-moderna in cui siamo immersi, tra fake news e perdita di verità oggettive, ci sta conducendo alla distruzione di un pensiero critico per immergerci in un neomedievalismo, mentre l’Europa si trova nella situazione di Adamo ed Eva nel paradiso perduto (Milton).

Finita la joie de vivre ci ritroviamo nel clima anestetizzante di una destra populista espressa attraverso una scia di perfide politiche etniche e razziste.

Siamo pietrificati dallo sguardo della Medusa e ci carichiamo il fardello come Sisifo per sfuggire dal mito che intrappola nella politica dell’odio.

Un armistizio dell’esistenza come un tentativo di tregua per mettersi al riparo dalle guerre in corso dove si combatte e si muore. Come si può disattivare questa tremenda storia? Sperando nella nostalgia del futuro?

U-vozze

U-vozze

Detto Gozze.

A cadenza annuale anche questa estate il Premio città di Monopoli si è svolto come al solito.

Inventato di sana pianta dalla locale TV-7, all’inizio il premio veniva dato ai cittadini di Monopoli che si erano distinti per attività lodevoli.

Finiti i cittadini lodevoli, si è dovuto allegare il giro oltre i monopolitani. Da un po’ di anni si sono avvicendati molti personaggi di cui di lodevole non si sa molto.

Ma lasciamo perdere, parliamo della kermesse di quest’anno. Tutto si è svolto in una serata di caldo torrido. Presenti e sudatissimi i protagonisti della politica monopolitana, a partire dal primo cittadino, lucidato a nuovo dalla “legge Nordio” e dallo scampato pericolo, tutto giulivo ha fatto l’elogio dell’evento e di se stesso come assessore alla s/cultura fasciato in un abito tipo telefoni bianchi degli anni trenta. Diretto e interpretato dal ferroviere della TV-7, lo spettacolo non mancava di arricchirsi con numerosi invitati selezionati.

Nelle prime file, come ovvio, cittadini bene in vista della borghesia locale, a seguire altre categorie dal campo professionale, molti tenutari di B&B, dulcis in fundo molti artigiani del commercio. Tutti rigorosamente in compagnia delle mogli, che per l’occasione sfoggiavano le migliori mise all’ultima moda.

Serata dantesca per il soffocante caldo, corpi sudati, vestiti appiccicosi, fard e rimmel colanti, visi trasformati in maschere carnevalesche. Molti cittadini esclusi assistevano all’evento dai balconi dei dintorni, in pantaloncini e canotte si godevano lo spettacolo delle sofferenze dei privilegiati.

Così si è conclusa la Kermesse del gozzo 2024.

Per i premiati nessun commento, tanto non interessano a nessuno.

Forgotten men

Forgotten men

Al funerale della “democrazia” è protagonista un popolo di aspiranti dittatori, aspiranti autocrati, neo-autoritari, reazionari nostalgici e populisti-neofiti, e con sorpresa anche certi personaggi di pseudo-sinistra, consapevoli o no del proclama mussoliniano che citava: è finito il secolo del numero, della qualità, della maggioranza, comincia il secolo aristocratico: lo stato di tutti tornerà ad essere uno stato di pochi, ed eletti. Ci stiamo avviano in una dimensione “bio-morale”, nel senso che chi si sente bene (ricchi) è una brava persona, chi si sente male (i poveri) è una cattiva persona.

Nella neo-lingua meloniana, lo stivale italico calpesta i nemici (giornalisti, scrittrici, artiste, etc.) che non la pensano come il governo. Mentre si schiudono le porte del gangsterismo politico e di fascismo privo di ideologia, nelle reti TV primeggiano scenari che ricordano i “minuti di odio” come in 1984, il racconto di Orwell. L’essenza del bio-pensiero del governo rimanda alla duplice versione, una diversa dall’altra nel racconto dei fatti, il patriottismo silenzioso e difensivo, il nazionalismo offensivo e aggressivo. I cittadini, intanto, sono trattati come in una comunità di api e formiche. Così gli italiani nascono italiani, dove il significato dell’essere tali risiede nel vivere la propria vita in un peculiare (immaginario) stile italiano. Bisognerebbe ricordarsi di quella frase attribuita a Montesquieu sui francesi, “sono uomo per natura e italiano per caso”, prima di essere francesi, italiani eccetera, siamo esseri umani, mentre nel mondo molti esseri umani sono in esubero.

Siamo giunti finalmente nell’Abbazia di Théleme, dove la regola era racchiusa in un solo articolo, “fa ciò che vuoi”, nel senso di trovarsi nell’apatica malinconia umana.

Come l’evento che riguarda l’isola delle mummie che si è svolto nel villaggio Potémkin di Borgo Egnazia (il G7), per il quale vale il detto sui cannibali, “l’ultimo lo abbiamo mangiato ieri”, oppure la visione di Kurt Vonnegut che spinge a pensare alla nostra società come quella che non si è voluta salvare perché non è economicamente vantaggioso.

Vai alla barra degli strumenti