Ottobre nero

Ottobre nero

Finalmente l’Evita della Garbatella ce l’ha fatta, Ur-fascismo è stato sdoganato. Dopo averne coltivato inesorabilmente, per anni, il desiderio ventrale, perennemente alla ricerca dell’uomo della provvidenza, la destra si ritrova ora con una donna partorita direttamente dal vecchio movimento sociale italiano, erede nazionalista imbevuta di letteratura di Tolkien “signore degli anelli”. Democraticamente eletta nel deserto delle forze democratiche, latitanti da anni, forze capeggiate da piccoli leader narcisisti e disfattisti.

Paghiamo quello che da anni è stato inflitto a cittadini e cittadine, il disarmo dell’intelligenza critica verso le riforme liberiste, l’abbandono dei lavoratori di fronte alle rapine dei loro diritti, la mancanza di una politica europea efficiente, l’aver mandato al governo europeo – fatte poche eccezioni – mezze tacche senza nessuna esperienza.

Il dopo-elezioni incomincia a fare proselitismi, già molti iniziano a elogiare il prossimo governo, posizionandosi per rientrare.

I giornali di destra (Il Giornale, Libero, La verità e altri) iniziano la loro campagna di regime di memoria mussoliniana. Si sognano manganelli e olio di ricino. È tutto un divenire vendicativo verso i giornalisti democratici, ancora il governo è a venire e già si sente il fetore del fascismo.

Ci aspettano anni terribili, con una guerra in corso che rischia di diventare mondiale, con la crisi che ci colpisce, prezzi alti e lavoratori licenziati, un debito stellare.

Vedremo come la coatta della Garbatella gestirà le nubi che si sono addensate da anni. Avremo un orizzonte? O basterà cancellarlo?

A. Montanaro

Foto: https://flic.kr/p/2jxZymP

Ah ça ira – ça ira ça ira!!!

Ah ça ira – ça ira ça ira!!!

L’ambasciata del genere umano fra i lumpen migranti e le meduse proletarie.

“Lobotomizzati” alla ricerca della madre dolorosa, con la nostalgia del passato fascista mascherata nelle abitudini individuali dove si sgrana senza posa il rosario dei ricordi nostalgici.

Nelle scorie del passato, la tossicità del presente politico si manifesta attraverso insignificanti leaderismi circondati di congreghe di spacconi e bulli, come l’idra di Erna. Tutti concorrono ad essere despoti di se stessi.

Si distoglie lo sguardo dalle guerre distruttive, come si distoglie la distruzione dallo sguardo come l’occhio dei piloti che sganciano le bombe sulla città e volano lontano.

La guerra che viene proposta come sacrificio moderno è un’immane impresa industriale. Si parla di popoli interi da eliminare o inevitabili drop-out che ogni giorno vengono espulsi dalla macchina sociale.

Nel passato si scavavano trincee che diventavano tombe, oggi i sacrifici si sono spostati dagli altari per onorare le divinità agli altari tecnologici, dove l’umanità si è trasformata in algoritmo.

Con la sostituzione dell’umano in avatar (meta-verso), si vive in un cieco presente rovesciato in carnevale di abbondanze finte, mentre si avanza nella trappola della rassegnazione e nell’accettazione del non vissuto.

Si è Passat dai nazi-fascisti doc alle democrazie autoritarie camuffate in senso parlamentare, ora con l’avvento del liberismo finanziario globalizzato predicato dai Chicago Boys siamo passati a un fascismo mascherato.

… come ci mancano le tricoteuse parigine…

A. Montanaro

L’era dei lupi neri

L’era dei lupi neri

Nel parlamento come saloon risonante, vecchi politicanti tendono a somigliare ai loro elettori-servitori. Si manifestano nella risacca lunare per nutrirsi della segatura mentale che riempie i cervelli della destra tutta italica.

Così vengono siglati patti di stupidità per le buone cause. Mentre le carneficine a fin di bene si espandono nel mondo, nel secolo del pirocene romano va in scena la rappresentazione finale della politica italiana.

Siamo passati dallo spirito della legalità democratica allo spirito tecnocratico. Con una successione di premier “tecnici” al governo, entriamo quindi in una fase di tecno-soluzionismo, da qui alla ricerca dell’uomo o della donna della provvidenza.

Ora che l’eccesso del comico “grillo” nelle quotidiane politiche conduce rapidamente al suo fallimento, finisce la non storia di un movimento nato dalla vanità di un manipolo di rampolli senz’arte, che illusi dalla comicità credevano di fare una rivoluzione (quella dei parvenù). Ora giacciono come soprammobili funerari di non gloria, cercano di sfuggire alla pesantezza assassina, personaggi forzati, impastati e appiccicati ai loro desideri, alle loro false passioni, ai vizi di politicamente corrotti, come il rito della torta di Beltane, non rito di sacrificio ma di tradimento.

Nell’estate più torrida è partita un’armata di cicale, che attraverso lo “stargate” della penisola hanno assordato i futuri elettori.

Nell’oscura compagine para-fascista si prenota una vecchia mummia per un posto al senato, un oligarca che in passato ha rovinato e ridicolizzato l’Italia.

Ci siamo ritrovati di nuovo nella palude di Lerna.

Ci meritiamo tutto questo?

A. Montanaro

Immagine: Trippy Trevor (They Might Have Feelings)
https://www.deviantart.com/trevor4ever/art/Trippy-Trevor-They-Might-Have-Feelings-582306509

Il grande altro

Il grande altro

Vivere in un orizzonte apocalittico, costellato da panoplie di verità parziali combinate in una bugia complessiva. Come nel mondo rovesciato, dove l’oscenità si fa largo nella realtà della vita.

Nel senso dell’era della post-verità, come dire: discutete i vostri dubbi, ma ubbidite quando l’autorità comanda. Ciò si addice al nuovo contesto di una società fatta di fazioni tribali.

Il Capitalocene culmina nelle danze speculative: distribuzione di ricchezze e povertà, sfruttamento, dissoluzione dei legami sociali, processo di materiale di produzione e sfruttamento delle risorse del sistema mondo.

Mentre nella realtà concreta, fatta di immensi rifiuti plastici, di foreste incendiate, di riscaldamento climatico e del velenoso inquinamento di milioni di persone, l’unica soluzione resta la guerra globale, distruttiva e nucleare.

L’Ucraina non è che l’inizio. A questo pensano molti governi, sia di sinistra che di destra. A riprova di queste logiche, sono tante altre le guerre in corso.

Ed è in questo grande altro che si delinea il prossimo futuro,

La Russia di Putin, con l’invasione dell’Ucraina e l’alibi della Nato (vero), mette in atto con grande perspicacia la disintegrazione dell’intera nazione, recitando l’oscenità della sicurezza. La comunità internazionale effettui una marginalizzazione urgente sia della Russia che, in certa misura, anche degli Stati Uniti: trattandoli come imbarazzanti oscenità, assicurandosi che delle loro potenze globali non cresca più nulla. La questione del dominio del mondo ci sta portando alla prossima guerra mondiale e questo non deve accadere.

Non acconsentiamo, né ora né mai, alla immensa distruzione prospettata dalla guerra nucleare.

A. Montanaro

Immagine: https://flic.kr/p/HW56Nr

Il teatro della crudeltà. Le mappe di rappresentazione

Il teatro della crudeltà. Le mappe di rappresentazione

  • Sponsor principali e investitori: USA-GB.
  • Prequel: americanizzazione dell’Europa, fascistizzazione della Russia, fallimento del progetto politico europeo.
  • Trama: scontro imperialista per costringere la Russia alla resa e operare un cambiamento in Russia con lo scopo nascosto di una guerra nucleare in Europa per salvaguardare il territorio USA e preparativi per una guerra USA-CINA.
  • Protagonisti: Zelensky-Putin.
  • Altri personaggi:
    • mass media aggregati all’operazione;
    • vittime sacrificabili: cittadine e cittadini ucrain; vittime passive cittadin europe* e consimili;
    • truppe russe e cecene partecipanti ai massacri con annessi stupratori seriali.
    • mercanti di armi difensive e offensive americani, inglesi & soci europei.
  • Scenografia: le rovine delle città ucraine, i cadaveri esposti.

Se questo non è un teatro crudele contro la popolazione mondiale …
Cos’altro deve accadere per fermare questi criminali che si nascondono dietro le strategie imperiali di controllo del globo?

Nel mondo del dopo virus si nasconde un bubbone pronto a scoppiare nelle sue più tragiche conseguenze.

Non possiamo essere passivi spettatori della distruzione del pianeta, dobbiamo reagire ora, domani sarà troppo tardi.

Collage di A. Montanaro
Vai alla barra degli strumenti