Ancora una guerra in Medioriente (l’ennesima), non si riesce più a contarle.

Ognuno con le sue ragioni, con i propri schieramenti e per gli interessi geopolitici di altre potenze, ci si straccia le vesti per i morti da ambo le parti. Se non ci si schiera arrivano le accuse da parte di guerrafondai nostrani.

Si dimentica la storia della Palestina come di quella di Israele. Tutti indossano le divise di guerra, scandalosi format schierati con le ragioni del potente esercito israeliano. Se si critica il governo di Netanyahu subito scatta l’accusa di antisemitismo. Non si ragiona sulle cause di una guerra che viene da lontano, sugli insediamenti dei coloni, sulle terre colonizzate, se Hamas adotta il terrorismo come arma di ritorsione soprattutto verso i palestinesi, su come “il nemico del mio nemico è mio amico”.

Israele usa Hamas per la sua strategia di espulsione dei palestinesi dalle loro terre. Un gioco che viene pagato a caro prezzo da entrambi i popoli, soprattutto con il governo Netanyahu composto prevalentemente da destre estreme, se non fasciste. Per questo il futuro sarà ancora guerre e guerre, senza alcuna soluzione.

Le grandi potenze potrebbero in poco tempo risolvere e sanare il cancro mediorientale, ma finché gli interessi strategici di geopolitica prevarranno sul diritto umano all’esistenza dei popoli, si continuerà con il mattatoio.

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