Quando si lotta contro il potere, si lotta per la memoria contro l’oblio. Nell’oblio si insediano i predicatori di odio che abbondano nei media, stampati e virtuali.

Molte certezze possono ingannare, se non vi è riflessione su quello che rende ciechi. Una nazione marcia sonnambula verso un disastro, dove le angosce, gli smarrimenti, gli sconforti in aumento accecano e producono la fobia e il rifiuto dell’odio razzista.

Il male dell’incomprensione rode la vita e determina comportamenti aberranti, rotture, insulti e dispiaceri.

Dove trovare la ragione nella società della dis-misura? Nella follia dell’ubris, come i Greci la identificavano. La sola via da percorrere è per superare ciò che Homo sapiens demens ha inventato: l’odio, la cattiveria gratuita, la volontà di distruggere per distruggere.

Nel cuore delle società moderne infatuate da internet o nelle “città globali” echeggiano motivazioni non troppo diverse da quelle fornite della giustizia del ‘700 per giustificare impiccagioni o la deportazione in terre lontane.

L’allarme sicurezza si presenta così come dimensione simbolica, nutrita di percezioni, definizioni e rappresentazione di interessi politici, innanzitutto quelli di destre razziste, se non di vere e proprie leggende metropolitane che si fondano su paure generalizzate e strumentalizzate per innescare teorie di invasioni e complotti islamici.

Così si moltiplicano le provocazioni e gli sparatori solitari, a vendicare le paure indotte.

Si mobilitano gruppi di estrema destra per la difesa dell’incolumità e della “razza” contro la microcriminalità o l’immigrazione, esprimendosi in forme elementari di “voce” territoriale in cui il quartiere, la strada e al limite il condominio definiscono i confini del “noi”.

Il quartiere scende in strada contro un insediamento di Rom o immigrati, contro la prostituzione, contro lo spaccio, etc… una società solipsistica di individui che proteggono la propria solitudine.

Le stesse voci  risuonano nei movimento politici para-fascisti, che cercano di rappresentare le ansie degli “inclusi”: la Lega, il Fronte di Le Pen, i partiti xenofobi europei che costruiscono lo straniero come nemico ed enfatizzano la protezione del “territorio” unificano questi attori esprimendo la reazione “culturale” degli individui al dilagare del disagio delle politiche neoliberiste.

Mentre d’altra parte la nera disperazione consola del fatto di doverla subire.

Così un esercito di Avatar cerca di distruggere la democrazia e la libertà.

A. Montanaro

mage: ‘hate racism

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