Elezioni europee 2019. Il mito sovranista di Salvini e soci, il “prima gli italiani”, ha sostituito il mito di Europa rapita da Zeus. L’elettorato, colpito da un’epidemia di ignoranza, ci crede.
Stretto fra America e Cina in un contesto sociale dove i fascismi si affermano sotto mentite spoglie, il progetto europeo resta prigioniero di lobby che coltivano i propri interessi nel mercato finanziario mondiale.
Smantellati i diritti conquistati dai movimenti operai e dalla società civile, l’Europa lentamente si ammala quando i leader decidono che la priorità è salvare le banche, naturalmente con i soldi dei cittadini, quei cittadini che chiedono più scuole e servizi sanitari, soldi per riparare strade e ponti pericolanti e che si sentono rispondere che i soldi non ci sono.
Ma i soldi ci sono e la globalizzazione non è piovuta dal cielo. L‘Europa è stata l’agente propagandista delle teorie della scuola di Chicago con Milton Friedman: l’apparato concettuale di “America“, F. von Hayek, L. von Mises e J. L. Rueff in Europa, sviluppatosi negli anni Settanta e assurto a nuovo paradigma post Keynesiano con R. Reagan e M. Tatcher, informa quel “consenso di Washington” (Washington consensus) che da allora e fino alla grande recessione del crollo di Lehman (2008) ha fatto da quadro di riferimento delle istituzioni economico-finanziarie internazionali (Fondo Monetario, Banca mondiale) delle economie capitaliste, Europa inclusa.
Tutto questo ha prodotto una privatizzazione selvaggia, la deregolazione di tutto il possibile, la delocalizzazione di molte industrie in Stati che operano una fiscalità minima, innescando così un sistema di esclusione sociale di molti cittadini.
Oggi paghiamo la nascita dei sovranisti para-fascisti, che con la propaganda manipolatoria vogliono distruggere l’Unione europea. I maestri di “Spin” usano la post-verità come strumento di consenso.
L’Europa, per risorgere, deve seguire lo “Stoccolma consensus“, non il “Washington consensus”.
Si devono esercitare i diritti umani, la tolleranza, l’integrazione, una politica migratoria seria.
In Africa devono essere perseguite politiche di sviluppo e non politiche commerciali predatorie, amicizie con i dittatori, vendita di armi e bombardamenti che foraggiano le milizie.
In Occidente siamo ad un bivio in cui l’odio che investe gran parte dei cittadini alimenta una dinamica autoritaria involutiva.
Se nelle elezioni europee del 26 maggio 2019 le forze sovraniste sono state stoppate, questo non significa che il pericolo sia passato.
Il nuovo parlamento europeo deve spingere fin da subito per profonde riforme, altrimenti i sovranisti passeranno la prossima volta. Non bisogna aspettare il Godot di turno, ma agire ora.
A. Montanaro
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