Dopo gli anni trascorsi in un limbo da trompe l’oeil, finalmente si avvicina l’elezione comunale a Monopoli. Le liste di candidate e candidati sono state pubblicate in pompa magna. Scorrendo i nomi non ci sono molte sorprese su quelli che si ricandidano, ce ne sono su quelli nuovi: sembrano iscritti del vecchio ufficio di collocamento, molti dei titolari sono figure senza lavoro, professionisti senza clienti, molti parenti, mogli e fidanzate in cerca di visibilità e lavoro.

Nessun programma se non banali slogan da festa della matricola, sui santini già distribuiti nei bar, edicole, etc… le solite pose da icone santificate. Nessun riferimento alle problematiche nazionali: il duo Meloni-Salvini che conduce il governo più reazionario della storia repubblicana del paese, la lenta abolizione di tutte le tutele e i diritti di cittadine e cittadini, la guerra ideologica contro i migranti. Nulla di tutto ciò trapela nelle loro dichiarazioni elettorali, nessuna presa di distanza e di condanna verso la destra cittadina.

Monopoli si presenta così come una città che vive in un limbo da trompe l’oeil, senza cultura se non quella del consumismo e della moda, tra operatori specializzati nella tosatura dei turisti, gruppi di distruzione del territorio urbanistico, giovani senza futuro lavorativo, se non quello del lavoro nero estivo. Nulla viene dichiarato dai concorrenti all’amministrazione futura della città.

L’incredibile passività di cittadini e cittadine rimasti senza strumenti critici bombardati per anni dai media sia locali che nazionali.

Come sarà il futuro della città? Nessuna risposta, omertà assoluta, autismo come nascondiglio sociale. Autodistruzione di quel poco di realtà che ci è rimasta.

A. Montanaro

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