Sarebbe stata una sberla memorabile della Democrazia greca ai tecnocrati dell’Europa. Quale ricatto ha portato il premier greco a tradire il mandato espresso dal popolo con il risultato del referendum del 5 luglio 2015? Ancora una volta il ricatto finanziario ha avuto la meglio sulla volontà popolare che chiedeva una politica sociale veramente europea.

Oggi la Merkel e la sua teoria dei sacrifici altrui non avrebbero più alcuna credibilità presso i popoli europei nel Mediterraneo. L’eco del NO dei greci alle politiche finanziarie della Troika avrebbe messo fine al potere dei tecnici non eletti dell’Europa. Le istituzioni europee continueranno comunque a perdere credibilità se non metteranno in atto profonde riforme democratiche e finché in queste istituzioni prevarrà la volontà della Germania. Quest’ultima deve scegliere definitivamente: o si costruisce un’Europa federale, dove i diritti dei popoli devono essere uguali, oppure meglio chiudere bottega. Non ci sono alternative, l’esperimento di un’Europa sotto l’egemonia del nord a svantaggio del sud può essere mantenuta solo con la violenza finanziaria. L’Euro dev’essere una moneta con riferimento politico-sociali, non di mercato.

La Grecia aveva aperto una breccia anche verso la sinistra, che si è distinta fin’ora per l’appoggio a riforme che hanno smantellato lo stato sociale. Se si continua con questi errori si apriranno autostrade ai populismi di ogni genere.

Non ci sono alternative, a meno di accettare un’Europa divisa, una povera al sud e una ricca al nord.

La Germania la deve smettere di operare come se fosse la padrona d’Europa, la stessa sua storia dimostra che, ogni volta che si presentano possibilità, egemonizza e distrugge tutto.

C’è una terza possibilità: sbattere fuori la Germania dall’Europa.

 

A. Montanaro

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