Nel teatrino dei pupi non si recita più, manca il futuro per animarli

“Flatus vocis” siamo delle pecorelle perdute, il belato si perde nel vuoto l’errore è la legislazione segreta del potere che coagula il futuro producendo l’alienazione mentale. 

Incatenati nel deserto delle passioni in cerca di simulacri divini. Affogati in un calvario, esclusi da qualsiasi futuro. L’esistenza diventa una colpa, che si conclude con lo spaesamento, fuori da tutto.

Sono scomparsi i sorrisi e l’allegria di felicità, solo la vanità e il presenzialismo primeggiano, quello dei politici trasformati in esecutori dei consigli para-aziendali (multinazionali), dirigenze interscambiabili che hanno ridotto l’azione politica in un contenitore di slogan anestetici utili ad addormentare le coscienze. 

È stato ucciso lo splendore della vita, consegnando i cittadini all’oscurità e ciò rende impossibile la vita stessa. Mentre la cecità diventa protagonista dell’esistenza. Non rimane altro che il lamentoso, tutto si frantuma, persino il tempo non scorre più.

I desideri si aggirano fra miti fasulli, incrociandosi in un’infinità di strade che portano nel nulla. 

Finito il mito del “ciascuno per sé”, alla fine, dove apparirà il “ciascuno per tutti”? Siamo sicuri che si otterrà senza lottare? Saranno probabilmente i mutanti Avatar prossimi venturi a salvare il futuro umano? Oppure l’intelligenza artificiale a distruggere l’umanità?

A. Montanaro

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