Quel che ci viene presentato come progresso, in realtà è una marcia verso il nulla. “Come Parrasio dipinse la tenda per nascondere il nulla”, così è la politica delle illusioni, dove le finzioni nascondono la realtà e noi siamo come passeggeri ciechi.
I saperi stati concentrati nelle reti di aziende come Google, che per anni hanno digitalizzato intere biblioteche e collezioni pubbliche per far pagare l’accesso a quello che in precedenza era disponibile gratuitamente.
Molte multinazionali hanno fatto lo stesso percorso in tutti i settori. In molti paesi – dall’Africa all’India – l’agricoltura di sussistenza che ha nutrito per secoli esseri umani e animali è diventata impraticabile perché i semi tradizionalmente usati sono stati via via forzatamente sostituiti da quelli brevettati, apparentemente più produttivi ma in realtà più deboli, più attaccabili dalle malattie, e più bisognosi di concimi chimici. Le terre sono accentrate nelle mani di pochi ed anche l’acqua, la risorsa più difficile da imbrigliare, viene convogliata verso i bisogni dell’agrobusinness.
Protette dalle organizzazioni internazionali – Fondo monetario internazionale e Banca mondiale – e dalle teorie liberiste, le multinazionali hanno strozzato molti paesi. Un’anomalia messa in evidenza dagli asset posseduti nei paradisi fiscali.
Mentre la libertà si rimpicciolisce come la pelle di zigrino. Siamo sottoposti a controlli di ogni tipo, in una società tracciata e archiviata. Lo siamo con i nostri telefonini, al computer, con le telecamere di sorveglianza che hanno invaso lo spazio pubblico e privato, con la domotica interconessa tipo Alexa, con gli orologi digitali: soggetti che si trasformano in spie di se stessi. Nessun regime totalitario avrebbe mai potuto sperare di meglio.
Tutte le informazioni si trovano agglutinate dentro una nuvola, come una cassaforte dove mettiamo i nostri corpi e i beni per offrirli a chi ci deruba.
Nel mondo del web non si nasconde più il progetto di realizzare il post-umano e superare una volta per tutte la vecchia fissazione che è l’uomo.
Ogni clic sul pianeta è una moneta d’oro nel loro borsellino. Si adescano ricercatori, scienziati, ingegneri informatici, biologi, specialiste dell’intelligenza artificiale. Un capitale rappresentato da una banca dati gigantesca.
Una chimera di unione del corpo biologico con la carne digitale. Queste imprese di controllo non sono ovviamente presentate come tali, perché un potere così cinico e totale finirebbe per creare resistenze. Sono invece presentate come segnali di progresso, come un’era di modernità. Chi si oppone viene immediatamente stigmatizzato come persona di vecchio stampo, retrograda, conservatrice e reazionaria.
Un’Europa che galleggia come quel corpo umano alla deriva nel mediterraneo, che nessuno vuole recuperare per dargli degna sepoltura, ha visto vincere gli odiatori, variazione della pulsione di morte, passione triste per eccellenza. L’odio di vedere scomparire gli altri e vivere di sola negazione. A condurre le danze sono i leader sovranisti che si annidano nei liquami europei, dove depongono le uova dei cervelli rettili per un’epoca dell’odio.
A. Montanaro.
Image: ‘False Kaes graffiti‘
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