Per caratterizzare la vita in cui si continua ad aspettare soltanto perché si esiste. Nella cattiva eternità la vita diventa un modo per passare il tempo, ma dove non c’è tempo vissuto non c’è nemmeno vita.

Nel quotidiano il gioco grottesco e futile serve nella speranza di passare il tempo, mentre al centro della nostra incuria l’occupazione è stornare lo sguardo dalle rovine. Nell’epoca del neo-liberismo finanziario sembra che sia stata creata una congiura del silenzio.

Con il cambiamento climatico si diventa i signori dell’Apocalisse. Dopo la minaccia nucleare, anzi insieme ad essa, la nuova minaccia di sterminio viene dal clima, come esito delle azioni dell’uomo faustiano, che così si avvia a trasformarsi in una nuova specie, in attesa del desiderato titano che spera perdutamente di tornare ad essere uomo.

Le guerre in corso sono già ben 785. Se non si aprono gli occhi a coloro che non capiscono ancora, il presente prossimo sarà costellato di guerre per l’acqua, che sostituiranno o si aggiungeranno a quelle per il petrolio.

Le colpe non sta nel passato, ma nel presente e nel futuro e non appartengono solo ai politici, ma anche a noi, eventuali vittime. Essendo sovrani di passività si vive in bolle galleggianti, né vivi né morti, come il famoso gatto di Schrödinger. Come il non lavoro nel tempo libero produce non libertà, il non lavorare è una maledizione e si finisce per stare seduti a guardare la tv tutta la vita.

Nel secolo passato si diceva di “non avere niente da perdere tranne le proprie catene”, oggi si crede di possedere tutto grazie alle proprio catene. Mentre si vive in una situazione da eremiti digitali.

A. Montanaro

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