Dezinformacja
Disinformazione e fascismo. Nell’ecosistema dei social network e delle fake news non è stato difficile per bot e troll pilotati da Mosca influenzare le opinioni pubbliche, facendo leva sul malessere, in una società disillusa dall’economia in crisi.
L’Izborsk Club, un gruppo di studiosi fascisti che ispirano Putin, fautori dell’idea dell’Eurasia, figurano membri continuatori della filosofia di Ivan Il’in, questi: Dugin, Glaziev e Tichon Sekunon, il monaco preferito di Putin, fautore dell’idea che Putin reincarna: Volodimir Valdmarr di Rus‘.
Il fondatore dell‘Izborsk Club ero lo scrittore fascista Aleksandr Prokhanov, che al pari di Dugun ripeteva le idee di Carl Schmitt, idee che ritroviamo nell’ideologo delle destre sovraniste europee: Alain De Benoist.
Il filo conduttore che lega queste menti è nella visione del ritorno della potenza russa nella forma fascista precisata da Ivan Il’in, realizzabile quando una nazione immersa nella menzogna della propria innocenza può imporre e nutrire un amore totale per se stessa.
A collegare queste idee ai sovranisti europei del gruppo di Visegrad, con Orban e soci, è il marchio del nazionalismo. Mentre Salvini e Le Pen usano il vecchio concetto elaborato dallo stratega Lee Atwate di “negazione plausibile” applicandolo a tutti gruppi identificati come “diversi” (Rom, stranieri, etc): un nemico da incolpare per qualsiasi cosa si trova sempre. “L’ignoranza genera innocenza”.
La strategia del cuculo digitale per demolire l’Unione europea viene diffusa da Marine Le Pen che la utilizzò durante una sua visita a “Mosca 2013” con Richard Spencer, il principale suprematista bianco. Così l’estrema destra europea si lega con il variegato mondo fascista per mettere in atto lo smembramento dell’Europa.
Il coordinatore in Europa di questa strategia è Steve Bannon, finanziato da oligarchi come i Koch, Mercer, Murdoch e Trump. Se la globalizzazione è venuta a coincidere con la politica dell’inevitabilità e con la disuguaglianza economica, questa non solo significa povertà, ma mancanza di democrazia.
Come disse Warren Buffet: “C’è la guerra di classe, è vero, ma è la mia classe – i ricchi – che sta facendo la guerra, e la stiamo vincendo“. Così la strategia del nazionalismo-populista la cui origine è da ricercarsi nel collasso delle istituzioni democratiche.
Invasi da post-verità siamo confinati in una casella nel gioco dell’oca dell’esistenza, nutriti dal pensiero binario per tenerci ingabbiati e in attesa di un’altra casella.
A. Montanaro
Image: ‘Have a Gander by Gooseneck‘
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