Si muovono chierichetti untuosi, raccogliendo fiori di palude da usare come sudati sulla carne stanca del vivere, per coprire il silenzio al suono di una tromba del marciume politico.
In questi tempo schifosi dove la vita non concede pietà, siamo nudi nel vuoto del tempo.
Nella sazietà dell’ingozzamento un formicaio umano si nomadizza alla ricerca dell’utopia o rivoluzione nella volgare felicitò dell’illusione.
Mentre galleggiano cadaveri venuti dal deserto, sulla spinta delle correnti approdano su una terra insozzata dalla discordia e dal disgusto.
Ci siamo nutriti di consumismo fino a gemere di sazietà, lasciando la felicità per l’odio, ci uccidiamo con passione e raffinatezza.
Gli arcieri della destra post-fascista al governo lanciano frecce avvelenate dall’odio.
Mentre le guerre in corso d’opera promettono l’apocalisse, siamo muti nel tempo ingannevole come succo di un nulla, nella retorica del mutismo e della tomba che noi siamo.
Gli uomini gufo imperversano nelle reti sociali, tutti si credono dei anche se l’ultimi dio è morto da molto tempo.
Si cercano imbianchini per pulire le anime morte nella recita, non si decide se stare cin Antigone o Creonte.
Essendo nati per dare amore, dopo anni di predicazioni l’evoluzione nell’odio ha avuto ragione.
I principali attori d’opera sono al potere, nascosti dagli sguardi dei cittadini, in protetti nascondigli blindati.