I trafficanti di odio e paure, appoggiandosi all’edonismo straccione contemporaneo, hanno iniettato il senso di un vero e proprio “diritto” all’odio razziale attraverso i media televisivi e la stampa, con un lavoro degno delle derive autoritarie raccontate da Orwell ne Il grande fratello.

Questi seminatori di odio come i Demoi antichi pretendono di conservare la loro merda come reliquia sacra, per trasformarla in oro luccicante.

Così nel mondo fallito l’unica brillantezza è quella della merda; la metamorfosi alimentata dalla società del rischio propone un protocollo del fallimento. Lo spettacolo della povertà e della disuguaglianza, del razzismo, dell’oppressione delle donne, della distruzione dell’ambiente, dei rifugiati e dei radicalismi religiosi, trasforma ciò che prima era impensabile nella “naturalità” di qualcosa che viene dato per scontato.

Ma la litania del fallimento crea anche spazi d’azione per la critica politica e per l’attivismo politico.

Le rivolte culturali, le primavere arabe, Occupy, ma perfino Al Quaeda e il terrore dell’Isis… tutte sono accomunate dalla sorpresa e aspirano a cambiare il mondo.

In quale direzione ancora non viene svelato, sarà il tempo che intercorre tra il messaggio e la pratica a mostrarlo.

L’evoluzione della modernità finanziaria produce la contro-modernità nelle fattezze di nazionalismo etnico, neo-razzismo, fondamentalismo religioso e militante – in questi casi siamo di fronte a un rifiuto ideologico dei problemi creati dal processo di modernizzazione finanziaria.

Siamo avidi, miopi e divisi in regioni e tribù territoriali, come predica il credo leghista. Ci comportiamo come mosche necrofaghe che si danno battaglia per divorare una parte in decomposizione della nostra civiltà, ciechi di fronte ad un futuro nascosto che si sta manifestando in mimetica, ma che all’improvviso si manifesterà colpendo per primi i i seminatori che hanno provocato questo tzunami.

A. Montanaro

Image: ‘behind bars 2’

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