Nuotiamo nella spirale nebulosa di una crisi umanitaria, che un’economia liberista ubriaca di profitti ha scatenato nel mondo. Fantasmi cruenti la incancreniscono. Sono gli avamposti dell’incertezza del nostro tempo. La scena intellettuale, che dovrebbe poter comprendere la crisi, è la più incancrenita per ipertrofia dell’ego, bisogno di successo e gloria.

Da qui l’odio che imperversa in tutto l’Occidente, odio e incomprensione che si traducono in razzismo, indifferenza verso le persone bisognose. L’auto-giustificazione e la menzogna su se stessi ci portano a riversare il torto sugli altri, vedendo solo le colpe e i difetti altrui per disconoscerne l’umanità.

L’incapacità di auto-criticarsi, il ragionamento paranoico, l’arroganza, il diniego, il disprezzo sono il risultato e insieme la causa del rifiuto di vivere insieme. Con l’effetto di una società funzionale solo all’economia, una società a-sociale.

Nell’alba del XXI secolo l’umano è stato invaso dall’inumano. La disgregazione del contesto sociale fa trionfare l’individuo de-socializzato, che così si riduce a uno schermo sul quale si costruiscono desideri, bisogni e mondi immaginari, ma anche dove si canalizzano invidie e odio verso i soggetti più deboli. Così si dà spazio illimitato al totalitarismo e al terrorismo.

Tutto viene gestito nel mondo dei media, in cui la soggettività di ciascun individuo è deformata e manipolata ininterrottamente.

Bisogna scegliere si vogliamo vivere in una società più vicina a quella del “simposio” che a quella dei “padrini” o di “Dallas”.

Il Titanic siamo noi, la nostra società trionfalistica, autocompiacente, ipocrita e cieca, senza pietà per i suoi cittadini più poveri; una società dove non esiste possiamo fare previsioni sull’iceberg che ci aspetta, nascosto in qualche angolo nel futuro indistinto, che ci verrà incontro affondandoci al suono di una macabra musica.

Gli iceberg seminati nel nostro futuro sono molteplici. C’è quello finanziario della speculazione, quello nucleare, quello ecologico, quello sociale con milioni di uomini e donne in esubero per tutta la propria esistenza.

Il messaggio è semplice. Ognuno è potenzialmente in esubero o sostituibile, dunque ognuno è vulnerabile, e qualunque posizione sociale, per quanto protetta possa sembrare, sul lungo periodo è precaria, come anche i privilegi sono fragili e in pericolo.

La presenza di una massa di poveri e la loro grave condizione, ampiamente conosciuta, rappresenta una compensazione importante per l’ordine esistente. I poveri controbilanciano gli effetti ripugnanti e di disgusto all’ombra dell’incertezza. Quanto più i poveri sono esibiti e percepiti come disumanizzati, tanto meglio reciteranno il dramma che non hanno sottoscritto né scelto di recitare.

Questo ha prodotto ciò che possiamo chiamare il futuro dell’incertezza, dove regna l’economia senza regole. La democrazia è la prima ad essere spazzata via e con essa la libertà. E’ per difenderle che bisogna eliminare il lezzo dell’incertezza per il profumo della primavera.

A. Montanaro

Image: ‘time-tunnel’

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