Quando l’oblio bussò alle menti della gente, questi pensando fosse cosa buona lo accolsero. Ed ecco che allora l’oblio iniziò la sua devastante opera di mnemonicidio inducendo la gente con forme adulatorie e tentazioni di felicità fittizia alla dimenticanza della realtà per l’effimero.
Il racconto che passa da una generazione all’altra viene interrotto da un non-racconto. Prende piede la storia scritta a tavolino, nelle segreterie dei partiti, nei giornali di gossip. Soprattutto la storia televisiva è il grande laboratorio di oblio esistente.Tutto ciò mentre l’umanità è travagliata da grandi problemi come guerre, povertà, razzismo, inquinamento devastante della terra.
Il racconto di vita viene sostituito dai reality in cui i protagonisti non fanno altro che interpretare sé stessi. Nei blog e social network la narrazione della propria vita è ormai alla conoscenza di tutti, ma è una narrazione sceneggiata, recitata e falsa, lontana anni luce dalla realtà quotidiana.
Così lentamente, inesorabilmente l’oblio penetra nella mente e devasta la memoria e i media come rapinatori in agguato sulle strade attaccano con le armi dell’inganno la memoria e la convinzione della gente trascinandola nel deserto dell’oblio.

AM

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