La felicità non aspetta nelle piccole baracche di migranti venduti un tanto al kilo.
Mentre la notte avanza, il Voodoo calma gli animi agitati delle forme primitive di cristianità.
All’alba la “tetra scienza” dell’economia li obbliga a vendersi alla pesantezza della giornata. Dall’altra parte i caporali naufragati nell’opulenza del grasso, con facce da vermi ostentano ferocemente la loro natura razzista.
Mentre gli esperti “americani” della Banca mondiale consigliano gli agricoltori come produrre a bassi costi.
Gli agenti salariati esentasse della paura appendono striscioni “andatevene via!” nei nostri paesi. Altri cartelli recitano “morte all’ignoranza”, così si chiude il cerchio “democratico” dei media.
Mentre i romanzieri dell’anima scriveranno novelle delicate sulla nostra umanità, facendo aumentare consensi alla causa della finzione umanitaria, i caporali al servizio degli agricoltori (che si nascondono dietro le loro nevrosi di vita sadica), tengono sotto ricatto i sindaci del foggiano e del calabro.
Come possono ribellarsi i popoli per poter vivere?
Non un raggio di luce attraverso il meridione che, con tutte le tecnologia che abbiamo a disposizione, non si aspetta più niente, se non l’annuncio dell’astronauta che lassù non c’è nessun dio, proprio come sospettavo.
Non ci rimane più che la spazzatura della civiltà, come dio.
Nessun cristo ha camminato in quelle pianure arse dal sole coltivate al pomodoro di Puglia. Solo ciadiani, senegalesi, eritrei, etc., morti, tristi fagotti in triste speranze che parlano antiche lingue di tutti i loro viaggi verso il nulla, nell’eternità buia.
Siamo in attesa in un fall-out di megatoni che spazzi via l’intera umanità.
Vengono osservati con curiosità morbosa ma loro, gli osservati, sono ebbri di vita, sono i Camus, i Rimbaud, sono viaggiatori e viaggiatrici che creano coscienze non create. Amano le “jeune filles en fleure” lasciate nelle terre calde della loro nascita.
Mentre l’esistenza scrive con sudore sporco degli schiavi un’altra storia di soprusi e sangue.
Si accetta la vita senza discutere, un’Europa con milioni di esseri umani arenati con occhi vuoti e affamati e senza speranze. Che affrontano le tempeste di un mare selvaggio di Enea alla ricerca di un ramo d’oro che li ricompensi di tanta fatica, si ritrovano schiavi in terre calabro-pugliesi, esposti agli insulti del Salvini di turno.
Ci vuole molto coraggio per affrontare viaggi simili nelle notti buie dell’anima.
Quando ci sarà la redenzione dell’umanità?
Volti nati da grandi in ogni angolo, come gli Antonin Artaud del mondo.
A. Montanaro
Image: ‘Knowledge and solitude
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