Carissime sardine, leggo con meraviglia la decisione di fare la vostra prossima assemblea nazionale proprio l’8 marzo. Il boccone, o l’esca, è molto prelibato e rischioso allo stesso tempo.

Entrereste a gamba tesa in una data importante non solo per il suo significato storico ma soprattutto come punto di riferimento concreto e attuale per il movimento femminista che da anni si batte per uno sciopero globale. E lo fate a partire da un movimento le cui caratteristiche e i cui obiettivi poco hanno a che fare con la condizione delle donne (per ora!).

Potrebbe essere dannoso anche per voi. Le donne che partecipano al movimento delle sardine potrebbero essere in difficoltà nel dover scegliere fra voi e le manifestazioni che si terranno in tutte le città. Inoltre, state dicendo che non vi interessa partecipare a quelle manifestazione. Ignorare l’8 marzo è come ignorare il 25 aprile.

E’ una esperienza che ho già vissuto, quella dei movimenti misti ingoiati dal patriarcato. Non vorrei che succedesse anche a voi.
La mia esperienza di vecchio militante, quindi, mi spinge a suggerirvi di non fare come le trote che vanno contro corrente: l’8 marzo è delle donne! E a puntare magari i vostri occhietti svegli anche sui gruppi di uomini che si stanno organizzando per manifestare contro i privilegi che derivano dal dominio maschile.

Vito Dileo

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