Libere sono le merci, mancante di libertà è l’uomo, il genere umano novello Prometeo subalterno al mondo delle macchine da lui stesso creato. E’ cambiato il chi o cosa è soggetto di libertà e il chi o cosa non lo è. Non sono più i tempi dell’Idra, ora è il tempo delle guerre terrificanti in corso. Per quanto spaventose esse siano, si riesce sempre a far cadere su chi le critica il sospetto di starci ingannando. L’operazione riesce sempre, non c’è nulla di più facile.
La disumanizzazione non può spaventare l* disumanizzat*, se non ha le competenze per riconoscerla. Dal momento che non teme tormenti e fatica, l*i porta a termine la propria riduzione a essere passiv*, sforzandosi di utilizzare totalmente la propria disumanizzazione.
Perciò il nostro uomo, alla domanda che cosa debba essere l*i come essere umano, si sentirebbe rispondere “diventi una scoria”. Oppure, come nella fenomenologia dello spirito di Hegel: dopo che il servo d’un tempo era arrivato a essere il nuovo signore e il signore di un tempo era stato degradato a “servo” il “servo tentò a sua volta di farsi signore: come storia dell’umiliazione non è male.
Nell’andamento solipsistico di massa, ogni consumator* è un* lavorato* a domicilio non stipendiat* che coopera alla produzione dell’uomo di massa. Nel vivere di passioni estinte nell’attimo presente si produce una schizofrenia virtuale. Mentre nel mondo post-ideologico la menzogna, a forza di mentire, diventa verità e la menzogna esplicita è superflua.