Brano tratto dallo spettacolo teatrale “Principianti. Dieci storie di tragica quotidianità liberamente ispirate a Raymond Carver”. Regia di Brunella Andreoli.
Nella scena, una coppia discute se avere o non avere figli.
Lo spettacolo si è tenuto il 14 dicembre 2014, presso Macchinazioni teatrali, a Milano.
In scena: E. Cirant e Marco Filonzi.
La scelta
(Testo di Eleonora Cirant, con l’aiuto di Brunella Andreoli)
F – bevuto il caffè? (legge al cel)
M – sei già al cellulare?
F – ti stavo aspettando!
M – sempre con quel coso in mano
F – è morto Robin Williams (sta ancora leggendo al cel)
M – ah! … l’attore?
F – mh! Si è impiccato
M – un’uscita di scena spettacolare
F – brutto morire così. Io sceglierei qualcosa di piacevole
M – amore mio, hai deciso di suicidarti?
F – sì voglio morire di sesso, adesso!
Lui non sta al gioco. Sono i movimenti tra i due a guidarci nel passaggio successivo
F – beh? Che c’è? ..
M – perché loro sì e noi no?
F – eh?!
M – perché gli altri sì e noi no?
F – ma chi? Cosa?
M – tutti gli amici nostri. Tutte le coppie che conosciamo, tutti lo hanno fatto. Noi, noi no!
F – oh nooo, ti prego.
M – ma perché. Dimmi perché
F – Ne abbiamo già parlato. Non ho voglia di parlarne adesso
M – ma io vorrei parlarne adesso
F – e va bene. Roviniamoci la domenica.
M – Abbiamo quasi 40 anni.
F – Questa storia sta diventando una tortura!
M – e allora?
F – Non lo so, non lo so!
M – non lo sai. Ma come si fa a non sapere una cosa del genere. Tutte le donne lo sanno!
F – non è vero. Un sacco di donne non lo sa. Tu mi sa che non sai proprio niente delle donne.
M – Ma è una cosa naturale.
F – Tz, ma va là. Tutto è naturale, niente è naturale. Nemmeno crepare … guarda Robin Williams
M – e l’istinto materno?
F – e l’istinto di ammazzare qualcuno? Ma poi cosa me ne frega delle altre donne
M – no, ma poi che cosa te ne frega di me. Di me.
F – (non risponde)
M – di me, di noi, della nostra storia. Ci sei solo tu. Tu vuoi mandare tutto in vacca
F – non è vero
M – sì che è vero
F – ti dico che non è vero!
A questo punto l’aria si è fatta tesa. Non urlano, ma sono sulla difensiva
M – scusami (lui tenta un riavvicinamento emotivo che è anche fisico)
F (senza parlare, accetta il suo riavvicinamento)
F – come faccio a spiegarti … in teoria, l’idea mi piace. A volte mi immagino che faccia avrebbe. Ti ci vedo papà.
M – e quindi … ?
F – e quindi, niente! Finché vedo la cosa dall’alto mi piace, è un bel disegno. Poi ci vado vicino, osservo i dettagli e mi passa la voglia. Se appena penso che potrebbe diventare reale, mi sento soffocare
M – Tu pensi troppo
F – ecco, appunto
M – ok, ok … (enumerando sulle dita, come una imitazione di lei) perdere tutti i contatti di lavoro, rimanere senza uno stipendio, dover chiedere aiuto ai tuoi. Senza contare tutti gli sbattimenti. Cambiare casa, le notti in bianco, l’asilo che non c’è … le malformazioni, le malattie gravi … la terza guerra mondiale …
F – … dai!!
M – ma ci sono io! Non sei sola. Io ci sono, lo sai …
F – lo so, amore. Tu sei il casalingo perfetto. Saresti davvero un super papà. Magari un po’ apprensivo…
M – ehi! Io non sono apprensivo, sono premuroso
F – però non è giusto
M – cosa?
F – non si potrebbe fare cambio? Che i figli li producete voi uomini. Oppure un po’ per ciascuno, a seconda
M – potendo, ne avrei già fatti almeno due
F – ah, però! Ben due. Anche senza di me?
M – Boh! Sì, credo di sì
F – ah ma allora è di un utero che hai bisogno, non di una compagna
M – sì, di un utero artificiale! Tanto se niente è naturale …
F – ah guarda io sono pro-utero artificiale. Anzi non vedo l’ora che ne costruiscano uno! Sai che liberazione? (pausa, cambia tono) Ascolta. Ci ho messo anni a costruirmi la rete, lavoro a progetto, con una gravidanza sono fuori dal giro. Proprio adesso che comincia a funzionare. Chi ci risale dopo, sulla giostra, a 40 anni suonati. Perché non lo lasci tu il tuo posto di lavoro? A me piace lavorare.
M – io lo lascio, se vuoi. Io sono disposto. Chi se ne frega del lavoro!
F – ooh, chi se ne frega del lavoro! E come ci manteniamo … coi miei co co pro? Non voglio perdere la mia autonomia. Io mi sento libera, sento che sono sulla strada giusta … e tu mi vuoi inchiodare di nuovo.
M – io però lo vorrei
(pausa)
F – lo sai che morto Robin Williams?
M – ah, l’attore
F – si è impiccato