Ci avviciniamo all’Equinozio d’autunno dopo un’estate giallo-verde in cui è successo di tutto, dal sequestro della nave Diciotti al crollo del ponte Morandi a Genova. Le donne hanno continuato ad essere uccise da mariti ed ex al ritmo di una ogni tre giorni, l’ultima poche ore fa.

I rivoluzionari del web non si sono riposati, hanno twittato su tutto e in ogni campo. La loro immagine bifronte è comparsa in ogni talk show televisivo, con una personalizzazione delle problematiche sociali che le ha banalizzate a slogan vuoti e inconstitenti.

Di là ministri incompetenti che generano il nulla in un vuoto politico, di qua cittadini alla ricerca di soluzioni che non arrivano, e tutti a incolpare di questo il passato governo. L’opposizione nel ruolo di famiglia Malaussène (Pennac), capro espiatorio di tutti i mali dell’Italia degli ultimi dieci anni.

Per il futuro non ci saranno sogni da realizzare, ma solo tanta superbia. Quella che nascerà dalla degenerazione del governo giallo-verde che, fornito di una carica di esistenza limitata e costretto dalle sue insufficenze, aumenterà artificialmente i propri mezzi d’azione. Come? Nascondendo la propria incapacità dietro al capro espiatorio dell’avversario politico, trasformato in nemico.

Non a caso si sono scelti un primo ministro fatto di gelatina e miscelato in continuazione da uno staff con a capo un protagonista del Grande fratello (Rocco Casalino), della Casaleggio associati. Sono loro i veri protagonisti di questo governo.

In attesa che Salvini e la Lega restituiscano il malloppo di 50 milioni scippati agli italiani (come dire “prima gli italiani”!), alla faccia di quelli che si sono illusi che i problemi dell’Italia con il suo colossale debito si sarebbero risolti con un manipolo di proto-fascisti diretti dalle comiche del Grillo parlante da Pinocchio di Collodi – salvo poi dopo riflessione scoprire che i Pinocchi sono proprio gli italiani.

Ora non ci resta che l’attesa del miracolo si trasformi in un incubo.

A. Montanaro

Image: ‘Pinocchio artwork
Pinocchio artwork
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