Dedico a Vittorio Arrigoni questo brano da “La canzone degli F.P. e degli I.M., poesia di Elsa Morante, in “Il mondo salvato dai ragazzini” (Einaudi, 1995). Gli I.M. sono gli Infelici Molti, mentre gli F.P. sono i Felici Pochi, e Vittorio era uno di loro.
Agli F.P.
L’arabesco indecifrabile è dato per la gioia del suo movimento, non per la soluzione del suo
teorema.
Alla fine le vostre differenze non importano
perché
ogni passo di gioia, che ha la gioia come sua partenza e direzione, si destina
sempre all’unico luogo della requie
dov’è la liberazione dai desideri, e prima di tutto
dal desiderio assoluto di una soluzione
del teorema.
La vostra benedizione è conoscere
che pure il desiderio del paradiso è servile.
Il gioco è divino perché non c’è nessuna promessa
o speranza di guadagno.
E proprio in quest’impossibile
è il punto luminoso del teorema, il centro di valore
d’ogni città: della Gerusalemme siderale come
della repubblica di Marx, o della Politeia,
o dell’Eden…
Quel punto è la salute della mente
e si capisce che i padroni praticoni ne hanno paura
come della loro morte. Con questo si tradiscono perché
la paura è servile.
Il gioco è divino perché si mischia pazziando col toro demente e scandaloso
della morte.
La vostra libertà è conoscere
che ogni mèta di vittoria, ogni aspettazione d’applauso
è servile.
La vostra bellezza non si vergogna degli abbasso, né degli sputi. Altro, altro è il suo pudore.
E la vostra grazia senza paragone, ultima
è che la vostra bellezza
NON VI RIGUARDA.
Ho conosciuto “La Canzone degli F.P. e degli I.M” grazie alla splendida interpretazione del Teatro delle Albe al Teatro Ringhiera di Milano
la canzone degli fp e degli im (ed. einaudi 1968)
Eleonora Cirant