Testo teatrale “I mutanti”. Sul palcoscenico 2 attori, un uomo ed una donna, siedono su due enormi cumuli di stracci. ( in semicerchio). Dietro di loro di fronte al pubblico, seduto su una poltrona, un manichino vestito di tutto punto ( tipo yuppi ). Sullo sfondo un sipario nero, dietro il quale opera un tecnico per far girare il manichino. 
Lo stesso manichino deve girare molto lentamente durante i dialoghi.
Ad ogni giro il tecnico gli cambia la maschera che porta.
Le maschere devono rappresentare tutte le espressioni del volto:comica, triste, ilare, perplessa, curiosa, scettica, pessimista, ottimista, tragica….
Tutto deve avvenire in sincronia con i dialoghi.
Il manichino in fondo deve restare in una luce fioca, in modo che ogni cambio di maschera avvenga senza che il pubblico veda.
Il tecnico può utilizzare una calzamaglia nera.
In questo modo lo sfondo nero deve essere posto come una quinta doppia.

 

Eva Prende da una borsa uno specchio e il necessario per il trucco.

Inizia a truccarsi. Finito, su rimira allo specchio e dice:” Ora posso anche farmi trombare”.

Leo Passato un momento di sgomento. “Come? Proprio tu? Stai scherzando?…Dai è una provocazione”.

Eva “Non scherzo, ma guardati in giro, guarda gli avvenimenti che si manifestano attorno a noi, basta con il politically correct…

Adeguiamoci al puttanaio imperante”

Leo “Non ci credo, non è da te…tu sempre incazzata con le tue amiche per i comportamenti degli uomini di potere. Tu che parli di puttanai politici”.

Eva Prende lo specchio, si fa un ritocco. “Sono stufa di fare la madre courage di turno. Bisogna andare a caccia di culi flaccidi per avere qualcosa nella vita…e poi guardati… con i tuoi atteggiamenti sempre corretti, mai una parola fuori riga, sempre misurato… cosa te ne viene in cambio..? Cazzo…! Ti stai seccando come una prugna secca”.

Leo “Perché se così aggressiva…? Non puoi dilatare così il tuo tempo.., sembri la futurista dell’istante. Non credi che bisogna pensare alla prospettiva del temo reale nell’ubiquità…, vedere tutto, sentire tutto e dimenticare tutto”.

Eva “Sei il solito intellettuale del cazzo…! La maggior parte dei tuoi amici si sono fatti integrare nella grande promessa per le menzogne reali. Mentre loro fanno soldi…tu, per tua coerenza scivoli sempre giù”.

Leo “Preferisco che la mia vita scivoli sui binari giusti, senza inganni…né autoingannarmi. Il cortigiano non è il mio mestiere…è neanche il sostenitore di regimi d’asini”.

Eva Riprende a ritoccarsi il viso.”Bravo, continua così…io mi vedrei nuda sui calendari…con foto delle Hawai..Farmi invitare ai festini eleganti e a tutte quelle cosine lì…Mi voglio far tatuare le tette e il culo..prendere le droghe sintetiche e farmi l lifting….sempre”.

Leo Esterrefatto. “Come!..Cosa vai dicendo…tu che scendi in piazza contro tutto quello che hai elencato…Non è che hai fatto nuove conoscenze…i testimoni di qualche gruppo nuovo new age…? Ma se critichi il velinismo e tutti i contorni della De Filippi e tutto il merdaio televisivo…tu che parli sempre e scrivi che pasteggiare con quei programmi è come mangiare merda credendo che sia nutella”.

Eva Riprende a truccarsi…”Voglio incrociare il mio destino con il post-moderno televisivo…. voglio esser la femmina infiocchettata per il temo libero dei maschi moderni…Voglio vivere in un salone di bellezza permanente…

Leo “Sì, dare del tu al gabibbo…(interrompendola)

(Intanto il manichino continua a girare lentamente cambiando maschera ad ogni giro )

Leo “Una volta la cultura egemone nella società tra alti e bassi si misurava con gli intellettuali organici…oggi tutti insieme nelle veglie…le fiaccolate…i concerti…le notti bianche… insomma adrenalina per tutti”.

Eva “Sì…è cosa ti porti a casa…? I pizzaioli, i sarti, i gelatai, i commercianti, i dottorandi, i precari, gli erasmi…? Lascia perdere i totem del passato…gente…popolo…plebe…stirpe…razza…gleba… proletari…masse…sottoproletari…”(con disprezzo).

Leo “Ancora non ho capito dove vuoi arrivare…cosa vuoi che diventi…un arricchito con mezzi fraudolenti… apolitico…cinico…irridente…volgare…bugiardo…attore di una scurrile commedia dell’arte”.

Eva “Non dimenticare di aggiungere la partecipazione di tutti i salotti televisivi…mostrarsi… apparire ovunque.

Leo “In quei clan regna la sottomissione servile…sono macchine parlanti, quando sfilano sugli schermi recitano slogan che il potente di turno detta loro ogni giorno…una masnada ubbidiente…cosa vuoi che diventi un inetto…?”

Eva “Voglio essere la baiadera nella reggia…avere l’occhio puttanesco…non voglio finire a fare la pifferaia moralista del cazzo…voglio succhiare denaro e farmelo uscire dalle orecchie”. Continua a truccarsi.

Leo “Non ti seguo più…non capisco…cos’è che ti ha fatto fare questa giravolta.

Eva “Da quanto tempo non facciamo più sesso…? Dillo…dopo il grande amore…la grande speranza…il grande avvenire…la grande attesa…prima di morire di attesa…

Si ferma di scatto…fruga nella borsa, ne trae un foglietto e inizia a canticchiare.

Leo Si dondola avanti e indietro come se stesse affrontando una crisi.

Nel frattempo il manichino si ferma di spalle al pubblico. Si abbassano le luci e al posto del manichino siede un attore. Il cambio deve avvenire senza che il pubblico se ne accorga.

Eva Canta lentamente come se assente

“Meglio vivere ricchi e belli

Che morire da coglioni,

non importa chi comanda

l’essenziale che paghi bene.

Meglio escort che beghina

Moralista e squattrinata”.

(Ripete il refrain due volte)

La scena si illumina forte. Eva e Leo si volano verso il pubblico. I loro visi sono divisi in due: da una parte il viso è normale dall’altra quello che il pubblico non vede è mummificato. I due appaiono in pose da manichino, mentre l’attore che ha sostituito il manichino batte due volte le mani e dice: “L’incantesimo è finito!”. Cala il sipario.

NOTA: Gli attori possono indossare mezze maschere se non si trova un truccatore/ce professionista. Le luci per tutta la durata devono essere due coni proiettati sempre sopra gli attori.

A. Montanaro 11/11/2011

 

 

 

 

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