Quando l’uomo vive la parte più buia di sé, molti gelidi fantasmi lo assillano.

Così siamo approdati alla situazione alienante che stiamo vivendo, quella di una massa di sudditi ridotti allo stato puerile, sui quali si eleva un immenso potere tutelare che si adopera affinché restino fissati in un’infanzia perpetua.

Da popolo gentile e pacifico, estroverso, allegro e sensuale ci siamo trasformati in voraci cafoni assatanati, sempre pronti a scavalcare gli altri, a frodare il fisco negli affari. A spremere il turista, a disprezzare e sfruttare l’immigrato, a urlare quando usiamo il telefono in pubblico. Sempre in attesa di quel demone seduttivo e pericoloso, il demone della generalizzazione, che mette paura.

Mentre politici corrotti costruiscono la propria carriera, lentamente ci avviamo verso il destino del popolo dei sangmarta, adoratori del vuoto.

Accompagnati dalla musica tanto cara a Cibele, con le nuove Baccanti ad incantare gli eredi di quelle rivoluzioni abortite in dittatura.

Siamo pervasi da desideri insaziabili, come Tantalo sempre alla rincorsa di un dio che si allontana in continuazione.

Sempre alla ricerca di Puertos escondidos per rincorrere l’oblio del proprio fallimento.

Un’Europa immersa in una palude dove è naufragato il sogno di Ventotene, ed è in queste acque morte che i nuovi barbari preparano le notti di Valpurga contro il resto del mondo.

Mentre la vita si consuma sterile e spietata per gli ultimi dannati del mondo.

Invasi da un tumultuoso fiume di ignoranza, molti popoli si lasciano dominare da un piccolo drappello di dominatori con metodi da gangster nel settore finanziario e metodi bellici per distruzioni di massa.

Guerra che genera se stessa in continuità con i programmi di governi che si stanno trasformando in Moloch mondiali.

 

A. Montanaro

Immagine: http://www.publicdomainpictures.net/view-image.php?image=44608&picture=la-morte-nella-cappa

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