Se Enea sfruttava il cadavere di Polidoro per addobbare l’altare della sua città, nell’era del fallimento leghista in Lombardia, nel vago fetore delle stragi virali vengono meno le politiche ne hanno fatto la fortuna: il nemico inventato, il bisogno di un avversario. Non importa chi sia perché in ogni caso può essere cambiato in corso d’opera e in base agli interessi del momento. Meridionali, rom, albanesi, migranti … chi era nemico ieri può improvvisamente tornare ad esserlo oggi, secondo i mutamenti di alleanza o interessi di partito. Quel che importa è avere un capro espiatorio in grado di raccogliere su di sé tutto l’odio, il risentimento e le passioni tristi.
Fine del pensiero magico e la fine del governo di Maastricht. Si può dire che il re è nudo, oggi, con il virus declinante e una speranza di farla finita con una delle pagine più aberranti dell’economia neo-liberista, quella che assegna al mercato la facoltà di limitare i diritti sociali e democratici. Siamo sempre nel fossato della disperazione di Geremia, con la disfatta della politica senza slancio, concentrata su un presente senza domani (solo Prometeo guardava al futuro). Dove l’irresponsabilità della mancanza di risposte alle generazioni future aumenta l’impotenza.
Negli istanti inabitabili, non riusciamo a soffermarci nel tempo che sembra già esaurito prima ancora di essere vissuto.
Nella selvaggia economia del tempo il capitalismo avanzato ci costringe in una libertà costrittiva, un ingranaggio malefico che vampirizza il tempo. A detronizzarci, nell’era dell’antropocene è un virus uscito dalle maceria della nostra irresponsabilità, che ha paralizzato l’intera civiltà tecnologia, disvelando la nostra estrema vulnerabilità, che ha messo a nudo la xenofobia e la exofobia, le nostre paure ancestrali per i danni collaterali dell’ignoto.
Il virus come “genio maligno dell’alterità” (Baudrillard). L’applicazione dell’apartheid sociale in cui tutto viene censurato. In questo protagonismo virale, lo spazio viene occupato da esperti e scienziati, spariti i partiti e i movimento politici, si afferma il partito scientista dello Stato medicalizzato.
Il pericolo viene se l’esperto fa come il timoniere di Agamennone, che riportò a casa il suo padrone per vederselo uccidere. Nella chiusura immunitaria cittadini e cittadine vivono una passività disgregante e de-politicizzata. Così il noi si sottomette all’emergenza dei decreti.
Mentre si assiste alla morte del significante per assicurarsi la scomparsa del significato.
A. Montanaro
Immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Bacillariophyceae#/media/File:Diatoms_through_the_microscope.jpg