In un vuoto alimentato da potenze astratte, spuntano fiori del male che da secoli avvelenano generazioni di esseri umani sacrificati in un vissuto assente e desertificato. Il piombo esistenziale di vite vissute nella ricerca dell’oro mercantile del proprio corpo.

Così nell’età del pessimismo mondiale il dubbio non ha infine che una sola funzione: fugare la sicurezza di una vita nel pessimismo.

Mentre all’orizzonte dell’epoca il tempo non appare più nella tradizionale funzione mediatrice. Tutta la funzione del tempo consiste nel rimandare la morte, per porre fine alla nausea della vita.

Impariamo a leggere nei frammenti del presente il più compiuto disegno di un domani diverso, che può essere un invito alla contemplazione passiva del possibile per pigrizia o sfiducia che proposte alternative di altro genere siano possibili.

Mentre una parte di umanità vive in un secondo lungo come la coda del diavolo, si scopre che la memoria è senza presenza e senza futuro, come le parole che scivolano via da un mucchio di cenere.

Così si assassinano i sogni delle generazioni di giovani. All’accumulo di sofferenze giovanili si indurisce la tenerezza in vigore in questo tempo si è circondati di dardi velenosi e denti di lupo.

In compagnia di pensieri cattivi si trova rifugio in tane di topi pronti a scuoiare cadaveri di antichi maestri di pensiero. Mentre costa fatica e sudore essere muniti della propria esistenza.

Quante sono le dita mutilate nell’ideale ascetico?

Praticate un assoluto rifiuto della moralina, sostanza tossica che avvelena la vita.

Salvate la vostra pelle!

Salvarsi dall’inganno emozionale dei misfatti e dall’accumulo di sofferenze.

Sfuggire l’ipnosi dell’artigianato della consolazione che divora i propri residuati per produrre altre consolazioni.

Scegliere il nomadismo del vissuto per non cadere nelle reti tese dal comando del consumismo, vivere liberi in sogni poetici ribelli senza barriere razziali, alimentate dai razzisti per il proprio tornaconto.

Scoprire la macchina desiderante dell’umanità infinita.

 

A. Montanaro

Immagine: ‘Memory fades

Memory fades
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