Immagino di essere vento. Attraverso città e piazze osservando, scrutando, spinto dal soffio della curiosità. Vedo esseri dentro confini di squallide prigioni chiamate pomposamente “centri di identificazione”, luoghi dove l’emigrante viene devastato dall’imposizione fisica a non uscire dai recinti stabiliti.
La triste esperienza di questi esseri umani può essere motivo di riflessione per tutti i viaggiatori che non amano indicare luoghi sul mappamondo ma preferiscono calpestare terre conosciute o da scoprire per non fermarsi mai per diventare vento.