Mini-centrali idroelettriche in zona Verbano-Cusio-Ossola

Marcella Zorzi, Comitato per la valorizzazione e la tutela del torrente San Bernardino (zona Verbano-Cusio-Ossola) descrive la azione del Comitato per fermare la costruzione di una mini-centralina idroelettrica sul torrente San Bernardino, i problemi ambientali correlati agli impianti, la situazione nella zona, il progetto di costruzione di un impianto sul Torrente San Giovanni, in zona Scareno.

La lotta dei portuali contro il commercio di armi

La lotta dei portuali contro il commercio di armi

Rosario Carvelli, del Collettivo autonomo lavoratori portuali (candidato con La Sinistra alle elezioni europee di maggio 2019), racconta lo sciopero politico che ha portato al mancato imbarco del materiale bellico della Teknel Defence sulla nave della compagnia saudita Bahri. Si trattava di generatori destinati alla Guardia nazionale saudita per la guerra in Yemen

Una prima azione di blocco delle operazioni di imbarco di materiale bellico era avvenuta tra il 20 e il 21 maggio, per iniziativa del Collettivo autonomo lavoratori portuali. La Filt Cgil aveva indetto lo sciopero politico per permettere ai lavoratori di bloccare l’imbarco. L’arrivo di una seconda nave ha innescato una nuova protesta che, come la prima volta, ha coinvolto la cittadinanza, con la partecipazione di molte associazioni al presidio in cui la Teknel ha fatto marcia indietro.

Commercio di armamenti in Italia (con un’occhiata rapida alla “crisi dei rifugiati”)

  • in base alle norme internazionali l’unica giustificazione per la vendita e di armi dovrebbero essere l’autotutela e la difesa, con il minimo dispendio delle risorse economiche e mondiali per gli armamenti (Carta delle nazioni unite, art. 51)
  • la legge 185/90 impedisce che  sistemi d’arma italiani possano essere venduti a Stati in guerra e che violano gravemente i diritti umani 
  • nonostante i trattati internazionali e le leggi italiane, la spesa militare è in continua crescita. C’era stata una flessione negli anni Ottanta e Novanta, ma con la cosiddetta “lotta al terrorismo” riprende a salire.
  • Il principale paese per spesa militare sono gli Stati Uniti. L’Unione europea, presa complessivamente, al secondo posto
  • In Italia il portafoglio di ordini per commesse di armamenti è di oltre 32 miliardi di euro nel triennio 2015-17
  • Considerando il periodo 1991-2018, l’autorizzazione per la esportazione di materiali d’armamento in Italia rimane sotto i 2 miliardi di euro fino al 2005, anno in cui inizia a salire fino a un picco di 6 miliardi di euro nel 2009 (governo Berlusconi), torna a scendere fino al 2014, per risalire dal 2015 fino raggiungere il record nel 2016, con 14 miliardi di euro (governo Renzi)
  • Il 2015 è anche l’anno della cosiddetta “crisi dei rifugiati”. La Commissione europea adotta la “Agenda Europea sulla Migrazione”, che comporta tra l’altro una rete di strutture detentive in Italia e Grecia. La politica dei salvataggi inaugurata da Mare nostrum nel 2013 è affidata a Frontex, agenzia militare; 
  • Licenze rifiutate negli ultimi 10 anni in Italia: nessuna (unico Paese in Europa)
  • Tra i maggiori acquirenti figurano anche nel 2018 i paesi dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente (Mena). In quest’area, che è la zona di maggior tensione del mondo, è stata destinata la quota maggiore di armamenti. Dalle stesse zone proviene la maggioranza dei richiedenti asilo **
  • L’Italia esporta armi anche verso l’Egitto di Al Sisi
  • Nella guerra in Yemen si utilizzano anche bombe aeree prodotte in Italia. Si tratta di una grossa commessa, rilasciata dal governo Renzi.

fonti: 

Come si sono comportate le istituzioni locali in questa vicenda

  • il governatore della Liguria, Giovanni Toti ha duramente attaccato i lavoratori portuali accusandoli di ipocrisia (1), in contrasto con il Consiglio regionale della Liguria che il 21 maggio aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno firmato da tutte le forze politiche che impegna la giunta a «sollecitare, anche attraverso i parlamentari liguri, il Parlamento italiano affinché, al pari di altri Stati europei, riconoscendo le gravi violazioni al diritto internazionale perpetrate nella guerra in Yemen, si esprima con fermezza per vietare l’esportazione e per bandire dal proprio territorio e dai propri porti il transito di armamenti destinati alla sanguinosa guerra yemenita».
  • anche il Consiglio comunale di Genova aveva approvato, il 4 giugno, un ordine del giorno con lo stesso contenuto.

Fonti: 

Elenora Cirant

Valle Intrasca, Comitato Terre di San Giovanni, NO alle mini-centrali idroelettriche

Valle Intrasca, Comitato Terre di San Giovanni, NO alle mini-centrali idroelettriche

Il Comitato Terre San Giovanni, in Valle Intrasca (Verbania, zona adiacente al Parco Naturale della Val Grande) intende salvaguardare il territorio dai danni ambientali che potrebbe causare la realizzazione della centrale idroelettrica ricadente nei Comuni di Intagna ed Aurano.

Il Comitato punta ad impedire che i cambiamenti climatici stravolgano la sostanza della terra e la nostra stessa vita.

Nello specifico il Comitato è contrario al proliferare di mini-centrali idroelettriche che derivano l’acqua persino da ruscelli, compromettendo così la vita dei fiumi, la fauna ittica e i delicati ecosistemi ecologici al solo fine di incentivare il business di privati con i contributi dello stato.

“Ci riteniamo custodi del territorio in cui viviamo e contrasteremo sino in fondo chi vuole stravolgerlo.”

Info: comitatoterredisangiovanni@gmail.com https://www.facebook.com/comitatoterr…

12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2018

12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2018

Piazza Fontana – Corteo per non dimenticare la strage di Stato

iniziativa della Milano antifascista antirazzista meticcia e solidale

“La memoria antifascista non è una memoria sterile, ma vissuta nelle pratiche quotidiane. Oggi la nostra libertà è messa a rischio dai fascismi in tutto il mondo. Lo è quella delle donne, ma non solo. Per questo saremo in piazza oggi e ci prepariamo all’8 marzo.”

Piazza Fontana, strage di Stato. “La memoria di quegli eventi mi è stata trasmessa dalla mia famiglia, ed è la memoria di eventi laceranti. Oggi la verità storica di quegli eventi è poco conosciuta. I miei coetanei sanno che ci furono bombe e morti, e che furono incolpati gli anarchici, ma non conoscono quel che c’è dietro quegli eventi. Oggi non ci sono le bombe, ma la repressione si sente”.

Riprese e montaggio di Eleonora Cirant e Vito Dileo

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