Finale di partita

Finale di partita

Diafani, immobili, alla ricerca di una trasparenza del giorno, attenti ai segni che si cancellano nei minimi movimenti, chiusi nella penombra in attesa dei temporali, nelle diversità si immaginano punti di riferimento per rompere il filo del tempo.

Nella coscienza alterata dell’occidente, tutto quello che prometteva cade a pezzi.

Succede nella Francia e dintorni quello che nel lungo letargo i cittadini hanno per molti anni conosciuto. Nascondersi dietro mulini al vento per nobilitarsi novelli Don Chischiotte (Cervantes) senza conoscere che per anni si è stati solo dei Sancio.

Quel mal di vivere che secerne la bile nera, lo ritroviamo nel governo del paese.

Noi non siamo la Francia, non siamo come gli angeli di dio nelle scene di “Boris-Godunov” e non ci toccano i torbidi che si aggirano nell’Europa mercantile e asociale. Noi siamo morti dentro!

Siamo passati dai confessionali ai divani per approdare al ruolo di consumatori. Seguendo la teoria del desiderio consumiamo tutto, tutto diventa merce fino alla perversione guerriera come strumento di potere. Lasciandoci alle spalle rovine e cimiteri, fino all’ultim_ uman_ che rimarrà sul pianeta dopo il declino e la distruzione perpetua della natura.

Il futuro è chiuso in una bolla pronta allo scoppio. Non ci sarà salvezza divina, l’estinzione porta la firma di noi stessi. Il finale di partita è già in atto.

Le grandi civiltà del passato ci hanno lasciato molte testimonianze di umanità.

Noi lasceremo il nulla.

A. Montanaro

10/7/2023

L’era dell’uroboro

L’era dell’uroboro

Finita l’era dell’uroboro, nella santificazione popolare imposta con il lutto nazionale dal governo della destra meloniana. Mentre i vermi darwiniani si disputano la salma, il sovraccarico informativo sostituisce la mancanza di notizie.

L’infobosità attraversa il corpo giornalistico, salvo alcune eccezioni, per il resto tanti coccodrilli infestano tutti i palinsesti nazionali.

I cittadini e le cittadine stufe di trenta anni di berlusconismo osceno e pornografico hanno ignorato lo spettacolo mistico religioso abbondantemente trasmesso dalle reti di mediaset e non solo.

Non si può dimenticare il potere esercitato da Berlusconi per salvarsi dai molti processi che lo hanno visto protagonista nell’arco della sua azione politica. Oggi molti eredi invocano la sua innocenza, molte vedove si aggirano nella speranza di un beneficio. Mentre altre si preparano nella ricerca di un sosia che possa continuare la tradizione del “me ne frego”.

Lo spettacolo è finito. Oggi un’emergenza pericolosa inizia a scorgersi all’orizzonte. Il governo di destra sta corrompendo la democrazia smantellando le regole costituzionali. Bisogna fermarli prima che si compia il delitto.

Smascherare le loro intenzioni da subito, mettere in opera tutte le forme di lotta per fermare lo scempio della costituzione.

Il futuro frattale

Il futuro frattale

Nel teatrino dei pupi non si recita più, manca il futuro per animarli

“Flatus vocis” siamo delle pecorelle perdute, il belato si perde nel vuoto l’errore è la legislazione segreta del potere che coagula il futuro producendo l’alienazione mentale. 

Incatenati nel deserto delle passioni in cerca di simulacri divini. Affogati in un calvario, esclusi da qualsiasi futuro. L’esistenza diventa una colpa, che si conclude con lo spaesamento, fuori da tutto.

Sono scomparsi i sorrisi e l’allegria di felicità, solo la vanità e il presenzialismo primeggiano, quello dei politici trasformati in esecutori dei consigli para-aziendali (multinazionali), dirigenze interscambiabili che hanno ridotto l’azione politica in un contenitore di slogan anestetici utili ad addormentare le coscienze. 

È stato ucciso lo splendore della vita, consegnando i cittadini all’oscurità e ciò rende impossibile la vita stessa. Mentre la cecità diventa protagonista dell’esistenza. Non rimane altro che il lamentoso, tutto si frantuma, persino il tempo non scorre più.

I desideri si aggirano fra miti fasulli, incrociandosi in un’infinità di strade che portano nel nulla. 

Finito il mito del “ciascuno per sé”, alla fine, dove apparirà il “ciascuno per tutti”? Siamo sicuri che si otterrà senza lottare? Saranno probabilmente i mutanti Avatar prossimi venturi a salvare il futuro umano? Oppure l’intelligenza artificiale a distruggere l’umanità?

A. Montanaro

Panoptismo

Passare da un panoptismo disciplinare ad un panoptismo sistemico. Creare malessere, una specialità tutta italiana, nel dramma del vivere come condizione funzionale al disastro.

Per quanto tempo bisogna percorrere la strada della vita? Quel tanto per sgomberare la sporcizia accumulata, nei nuovi dolori si sono rinnovati quelli antichi, mentre un torrente di lamentazioni affoga nel gemito di un raggio di luce per aprire all’angoscia che, governata dal sistema, invade e vince il corpo dei cittadini fino alla tomba.

Per essere vagabondi nei sogni, per assassinare chi ci tortura da vivi, una volta svegli tendiamo la mano ai torturatori.

Aspettarsi che un cavaliere dalla triste figura ci porti il paradiso e una pia illusione. Mentre l’idea di vivere come il milite ignoto ci sovrasta quotidianamente, in attesa che ci spuntino le ali d’avvoltoio nell’esplorazione di qualche nemico da disossare.

Come non bisogna cullarsi nelle delusioni, come non stancarsi nel ribellarsi, come non addormentarsi nella culla del tempo ma dare un senso al futuro, senza di che nessuna ribellione sarebbe possibile. Senza aspettare un nuovo Prometeo nell’orizzonte della lotta.

Continuare nella fatica di vivere, paragonata a quella di Sisifo.

Non ci aspetta il giardino del paradiso. Dando il potere al neo-fascismo meloniano, quel giardino è stato inquinato.

A. Montanaro

Schiuma reazionaria

Schiuma reazionaria

Una densa schiuma invade il paese, dopo la presa del potere da parte della destra meloniana. Si espande in ogni direzione nelle strutture e negli enti dello Stato, dalla Rai alle poste, all’Enel, ai musei e ai teatri nazionali, e via così. Coltivano una codarda vendetta verso la democrazia.

Nel deserto della memoria non ci sono smemorati, ma operatori scelti dal potere per inquinare le coscienze dei cittadini. Ministri come Lollobrigida, declamanti idee di un “Herrenvolk”, razza dominante, e connessa diffusione di odio contro rifugiati e migranti.

Si nascondono dietro slogan mentre preparano modifiche alla Costituzione. Un politica frattale nel raccontare continuamente la fiaba di una cenerentola meloniana.

Si occultano le motivazioni della guerra in Ucraina, si preferisce il racconto dell’aggredito e dell’aggressore. Si nascondono le cause e si obbedisce alla strategia NATO a comando americano. Noi, come sempre, seguiamo gli interessi atlantici senza fiatare. Si bollano sinceri pacifisti come pro-putiniani, per non rispondere alle domande sul “perché?”. Come la schiuma si aggirano nei talk e lacrimando sangue come madonne agitando litigi continui con i francesi.

Lentamente (ma neanche troppo) ci incamminiamo verso un regime autoritario.

La colpevolizzazione dei poveri sta dietro l’abolizione del reddito di cittadinanza, come dire “sei colpevole di esistere”. Le nuove generazioni bloccate e senza futuro si preferisce farle affondare nei luoghi della disperazione.

Lentamente stiamo scoprendo la pericolosità di questo governo, bisogna lottare per liberarcene al più presto, di quanto resta dopo fermentazione, scorie e feccia.

A. Montanaro

Trompe l’oeil. Elezioni comunali a Monopoli

Trompe l’oeil. Elezioni comunali a Monopoli

Dopo gli anni trascorsi in un limbo da trompe l’oeil, finalmente si avvicina l’elezione comunale a Monopoli. Le liste di candidate e candidati sono state pubblicate in pompa magna. Scorrendo i nomi non ci sono molte sorprese su quelli che si ricandidano, ce ne sono su quelli nuovi: sembrano iscritti del vecchio ufficio di collocamento, molti dei titolari sono figure senza lavoro, professionisti senza clienti, molti parenti, mogli e fidanzate in cerca di visibilità e lavoro.

Nessun programma se non banali slogan da festa della matricola, sui santini già distribuiti nei bar, edicole, etc… le solite pose da icone santificate. Nessun riferimento alle problematiche nazionali: il duo Meloni-Salvini che conduce il governo più reazionario della storia repubblicana del paese, la lenta abolizione di tutte le tutele e i diritti di cittadine e cittadini, la guerra ideologica contro i migranti. Nulla di tutto ciò trapela nelle loro dichiarazioni elettorali, nessuna presa di distanza e di condanna verso la destra cittadina.

Monopoli si presenta così come una città che vive in un limbo da trompe l’oeil, senza cultura se non quella del consumismo e della moda, tra operatori specializzati nella tosatura dei turisti, gruppi di distruzione del territorio urbanistico, giovani senza futuro lavorativo, se non quello del lavoro nero estivo. Nulla viene dichiarato dai concorrenti all’amministrazione futura della città.

L’incredibile passività di cittadini e cittadine rimasti senza strumenti critici bombardati per anni dai media sia locali che nazionali.

Come sarà il futuro della città? Nessuna risposta, omertà assoluta, autismo come nascondiglio sociale. Autodistruzione di quel poco di realtà che ci è rimasta.

A. Montanaro

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