Panoptismo

Passare da un panoptismo disciplinare ad un panoptismo sistemico. Creare malessere, una specialità tutta italiana, nel dramma del vivere come condizione funzionale al disastro.

Per quanto tempo bisogna percorrere la strada della vita? Quel tanto per sgomberare la sporcizia accumulata, nei nuovi dolori si sono rinnovati quelli antichi, mentre un torrente di lamentazioni affoga nel gemito di un raggio di luce per aprire all’angoscia che, governata dal sistema, invade e vince il corpo dei cittadini fino alla tomba.

Per essere vagabondi nei sogni, per assassinare chi ci tortura da vivi, una volta svegli tendiamo la mano ai torturatori.

Aspettarsi che un cavaliere dalla triste figura ci porti il paradiso e una pia illusione. Mentre l’idea di vivere come il milite ignoto ci sovrasta quotidianamente, in attesa che ci spuntino le ali d’avvoltoio nell’esplorazione di qualche nemico da disossare.

Come non bisogna cullarsi nelle delusioni, come non stancarsi nel ribellarsi, come non addormentarsi nella culla del tempo ma dare un senso al futuro, senza di che nessuna ribellione sarebbe possibile. Senza aspettare un nuovo Prometeo nell’orizzonte della lotta.

Continuare nella fatica di vivere, paragonata a quella di Sisifo.

Non ci aspetta il giardino del paradiso. Dando il potere al neo-fascismo meloniano, quel giardino è stato inquinato.

A. Montanaro

Schiuma reazionaria

Schiuma reazionaria

Una densa schiuma invade il paese, dopo la presa del potere da parte della destra meloniana. Si espande in ogni direzione nelle strutture e negli enti dello Stato, dalla Rai alle poste, all’Enel, ai musei e ai teatri nazionali, e via così. Coltivano una codarda vendetta verso la democrazia.

Nel deserto della memoria non ci sono smemorati, ma operatori scelti dal potere per inquinare le coscienze dei cittadini. Ministri come Lollobrigida, declamanti idee di un “Herrenvolk”, razza dominante, e connessa diffusione di odio contro rifugiati e migranti.

Si nascondono dietro slogan mentre preparano modifiche alla Costituzione. Un politica frattale nel raccontare continuamente la fiaba di una cenerentola meloniana.

Si occultano le motivazioni della guerra in Ucraina, si preferisce il racconto dell’aggredito e dell’aggressore. Si nascondono le cause e si obbedisce alla strategia NATO a comando americano. Noi, come sempre, seguiamo gli interessi atlantici senza fiatare. Si bollano sinceri pacifisti come pro-putiniani, per non rispondere alle domande sul “perché?”. Come la schiuma si aggirano nei talk e lacrimando sangue come madonne agitando litigi continui con i francesi.

Lentamente (ma neanche troppo) ci incamminiamo verso un regime autoritario.

La colpevolizzazione dei poveri sta dietro l’abolizione del reddito di cittadinanza, come dire “sei colpevole di esistere”. Le nuove generazioni bloccate e senza futuro si preferisce farle affondare nei luoghi della disperazione.

Lentamente stiamo scoprendo la pericolosità di questo governo, bisogna lottare per liberarcene al più presto, di quanto resta dopo fermentazione, scorie e feccia.

A. Montanaro

Trompe l’oeil. Elezioni comunali a Monopoli

Trompe l’oeil. Elezioni comunali a Monopoli

Dopo gli anni trascorsi in un limbo da trompe l’oeil, finalmente si avvicina l’elezione comunale a Monopoli. Le liste di candidate e candidati sono state pubblicate in pompa magna. Scorrendo i nomi non ci sono molte sorprese su quelli che si ricandidano, ce ne sono su quelli nuovi: sembrano iscritti del vecchio ufficio di collocamento, molti dei titolari sono figure senza lavoro, professionisti senza clienti, molti parenti, mogli e fidanzate in cerca di visibilità e lavoro.

Nessun programma se non banali slogan da festa della matricola, sui santini già distribuiti nei bar, edicole, etc… le solite pose da icone santificate. Nessun riferimento alle problematiche nazionali: il duo Meloni-Salvini che conduce il governo più reazionario della storia repubblicana del paese, la lenta abolizione di tutte le tutele e i diritti di cittadine e cittadini, la guerra ideologica contro i migranti. Nulla di tutto ciò trapela nelle loro dichiarazioni elettorali, nessuna presa di distanza e di condanna verso la destra cittadina.

Monopoli si presenta così come una città che vive in un limbo da trompe l’oeil, senza cultura se non quella del consumismo e della moda, tra operatori specializzati nella tosatura dei turisti, gruppi di distruzione del territorio urbanistico, giovani senza futuro lavorativo, se non quello del lavoro nero estivo. Nulla viene dichiarato dai concorrenti all’amministrazione futura della città.

L’incredibile passività di cittadini e cittadine rimasti senza strumenti critici bombardati per anni dai media sia locali che nazionali.

Come sarà il futuro della città? Nessuna risposta, omertà assoluta, autismo come nascondiglio sociale. Autodistruzione di quel poco di realtà che ci è rimasta.

A. Montanaro

Sudari

Sudari

Si muovono chierichetti untuosi, raccogliendo fiori di palude da usare come sudati sulla carne stanca del vivere, per coprire il silenzio al suono di una tromba del marciume politico.

In questi tempo schifosi dove la vita non concede pietà, siamo nudi nel vuoto del tempo.

Nella sazietà dell’ingozzamento un formicaio umano si nomadizza alla ricerca dell’utopia o rivoluzione nella volgare felicitò dell’illusione.

Mentre galleggiano cadaveri venuti dal deserto, sulla spinta delle correnti approdano su una terra insozzata dalla discordia e dal disgusto.

Ci siamo nutriti di consumismo fino a gemere di sazietà, lasciando la felicità per l’odio, ci uccidiamo con passione e raffinatezza.

Gli arcieri della destra post-fascista al governo lanciano frecce avvelenate dall’odio.

Mentre le guerre in corso d’opera promettono l’apocalisse, siamo muti nel tempo ingannevole come succo di un nulla, nella retorica del mutismo e della tomba che noi siamo.

Gli uomini gufo imperversano nelle reti sociali, tutti si credono dei anche se l’ultimi dio è morto da molto tempo.

Si cercano imbianchini per pulire le anime morte nella recita, non si decide se stare cin Antigone o Creonte.

Essendo nati per dare amore, dopo anni di predicazioni l’evoluzione nell’odio ha avuto ragione.

I principali attori d’opera sono al potere, nascosti dagli sguardi dei cittadini, in protetti nascondigli blindati.

Il teatro della crudeltà

Il teatro della crudeltà

Dopo l’ennesima strage in mare sulle coste della Calabria, sul palco teatrale del cinismo di governo sono iniziati i balletti delle responsabilità. Nessun colpevole, tutti innocenti, i colpevoli sono i morti che non dovevano partire. Ci avrebbe pensato il ministro Piantedosi coadiuvato dall’ammiraglio Salvini, dopo aver allestito una flotta per sottrarre i rifugiati alle grinfie dei trafficanti.

Perciò chi parte dalle varie zone in guerra e dalla povertà è colpevole al pari dei trafficanti, ben gli sta: il messaggio è chiaro, non partite. Mentre la premier Meloni è assente causa tour turistico con famiglia (nessuna dichiarazione pervenuta), ci pensano i vari portaparola, con dichiarazioni in sfavore dei morti.

Questi sono morti colpevoli, mentre quelli ucraini lo sono da eroi. Anche nella categoria mortuaria ci sono differenze, secondo i vari media schierati dalla parte della guerra in Ucraina (praticamente tutti). Nessuna vergogna nei commenti di personaggi televisivi vari.

In Italia cittadini e cittadine assistono al teatro, crudele com non mai, del neo-fascismo al governo. Stiamo pagando anni di odio verso gli stranieri rifugiati dalle guerre che la NATO ha scatenato negli anni passati: Serbia, Iraq, Afghanistan, Libia e Siria. Paesi devastati con la scusa di portare la democrazia, e il prezzo lo stiamo pagando ora. Senza contare le altre guerre per procura, Ucraina, Yemen etc.

Ci sarà mai un tribunale internazionale a condannare tutti questi crimini?

A. Montanaro

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