Milano, Genova, Bergamo, Brescia, Verona, Mantova, Piacenza, Bologna, Pisa, Grosseto, Roma, Salerno, Brindisi... la lista è in continuo aggiornamento. E’ la lista delle piazze di Non Una Di Meno per il 28 settembre 2017, giorno della mobilitazione internazionale delle donne per l’aborto libero, sicuro e gratuito.

No all’obiezione di coscienza sull’aborto, no alla strumentalizzazione mediatica dello stupro. Questi i due temi delle manifestazioni, in cui la rivendicazione del diritto alla salute sessuale e riproduttiva è inserita nel contesto più ampio della libertà da ogni forma di violenza di genere e di violenza maschile sulle donne.

In piazza per l’aborto, ancora, per riaffermare un diritto acquisito ma messo gravemente a rischio dall’alto tasso di obiezione di coscienza. 70,7 la percentuale di obiettori stimata sul territorio nazionale, 6 gli ospedali lombardi in cui la totalità dei ginecologi è obiettore, 10 quelli con una percentuale di obiezione tra l’80 e il 90%, solo 5 le strutture con una percentuale inferiore al 50%.

Sotto accusa è anche la narrazione mediatica per cui il carabiniere che stupra è una “mela marcia”, mentre lo straniero che stupra è “il classico esempio della sua categoria”. Mentre si alimenta lo scontro tra civiltà, si ignora che la violenza sulle donne è un problema strutturale e trasversale. La violenza maschile sulle donne si esercita in ogni dimensione del vivere comune, a partire proprio dalle famiglie. Il 62,7% degli stupri, infatti, è commesso da un partner attuale o da un ex, solo il 4,6% commesso da estranei (Fonte Istat).

Il problema è anche di come gli uomini percepiscono lo stupro. Un problema che si coglie bene da questa bella testimonianza pubblicata sulla pagina Facebook di Non Una Di Meno Milano (tradotta dall’originale in inglese)

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