Siamo sempre alle prese con il dilemma se estirpare e bandire una volta per tutte il Signor Hyde dalle viscere del Dottor Jekill, per scambiare di posto la realtà e la sua rappresentazione estetica alla Dorian Gray.

Siamo rassegnati alla “violenza cattiva” mentre ci auguriamo una buona violenza al servizio della legge e dell’ordine, anche se adottano le stesse strategie di quella cattiva.

Quello che il neo-liberismo finanziario inietta nella vita è violenza pura e, nella sua gestione politica, paura.

È la stessa violenza a produrre domanda di violenza. Oggi non manca certo terreno fertile in cui i semi della violenza possano germogliare. Basta guardare e leggere le tecniche dei media per trovare la fonte.

Il concime per far germogliare la violenza va cercato nell’esasperazione e frustrazione per la mancanza di futuro.

La rabbia è indotta anche dai vari leader populisti che quotidianamente la innaffiano generando paure e fobie, che approfittano degli sconvolgimenti nel mercato del lavoro, un mercato che preclude la partecipazione dei lavoratori ma incoraggia la voracità del consumatore, passando da un’inclusione carica di lusinghe e da un’inclusione nella precarietà. Formando convinzioni secondo cui la colpa della violenza è sempre da attribuire a vite “indegne” di essere vissute, vite “Unwert Leben”, etichetta che i vari ducetti populisti appioppano a categorie di cittadini dichiarate indesiderabili, in quanto minacciose –  rom, profughi, perseguitati vari.

Così le storie delle persone non sono fatte attraverso i fatti, ma nello storytelling delle fake news.

La violenza generata dal “fantasma” del ventesimo secolo, dove si impongono le grandi multinazionali con una politica espansiva, coi loro agenti della sicurezza e i governi inflitrati dalle loro lobby.

In questo “vassallaggio”, ovunque i nuovi realismi trovino ascolto, le persone diventano schiave dei media e della realtà che essi costruiscono. Così si erigono i fondamentalismi.

Oggi si viene catapultati nel mondo del troppo e dell’eccesso, dove sprecare è il primo comandamento dei cittadini, con il principio dell’opulenza a dominare la nuova “civiltà”.

La frivolezza delle moltitudini è l’agente semantico del consumismo.

Il tutto condito da una cultura della violenza irrazionale in espansione.

A. Montanaro

Image: http://www.flickr.com/photos/97041449@N00/36871028212 ‘Kettly Noel – Zombification

 

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