Ogni essere umano è la prova del delitto di tutti, mentre si aggredisce il tempo col ritmo delle vendette, affondando il reale nel nulla del passato.

Così le religioni più ripugnanti non sono quelle che la gente crede, ma quelle che vogliono far passare idee morte per realtà vive e che sviano su miti sterili,  con l’attenzione ostinata e lucida che portano verso ciò che in noi deve morire per sempre. Quante maschere ridicole mettono sulla passione di vivere?

nella luce della ragione che si sfugge dai sotteranei irrazionali delle religioni. Sotterranei come piani di materia oscura che circondano la morale e la politica portando il paese in un vicolo cieco di dispotismo, mentre si prospera nella mala-fede, nel desiderio di non vedere quel che non conviene, nell’arte perversa di trarre profitto per proprio vantaggio.

Così la religione si appropria delle condizioni di possibilità dell’eternità, fornendo le istruzioni che assicurano al clero i pieni poteri sugli uomini e le donne.

Mentre i retro-mondi sorridenti venduti dalla chiesa uccidono la possibilità di un mondo felice qui ed ora! Mentre si naviga alla ricerca del sublime Graal per ritrovarsi, dopo, solo con niente altro che un mucchio di escrementi.

Così si compie la sublimazione del sacro, facendo dello spazio sacro un luogo simbolico in cui esso appaia come la sua possibile assenza.

Come in una sala d’attesa dell’infinito, nel mondo del consumo religioso si accumula merce scaduta allo sguardo dell’inerte attesa di un messia che non arriverà mai.

Viviamo tempi in cui un imbroglione si redime attraverso il riconoscimento della propria disonestà. E si finisce per affrontare sia il sacro che il sociale indossando maschere che li rappresentano.

Nella stessa posizione in cui opera un dio imbecille mezzo impotente e sadico, che ha fatto della “creazione” un pessimo lavoro, dando origine a un mondo pieno di ogni atrocità. In questo caso si può certamente affermare che il Cristo è morto non per i “miei” peccati, ma per quelli del padre.

È per questo che il sacro ha dichiarato guerra al disincanto, la volontà di un oscuro dio alla sovranità degli uomini e delle donne, l’oscurantismo di fede e sangue all’illuminismo e alla laicità, la censura alla libertà, la teocrazia alle libertà civili.

La modernità segna una barriera, una cesura radicale, un progetto che deve restare irrevocabile: la civiltà del disincanto che eclissa la civiltà del sacro.

L’eliminazione dal globo terracqueo libererà le civiltà future dalle credenze del populismo magico.

Dopo la sconfitta del fascismo politico, non ci resta che operare per la sconfitta del fascismo del sacro.

Solo così finiranno i fenomeni di nevrosi religiose e di clericopatia, liberando l’umanità dall’obbedienza iconoclastica.

A. Montanaro

 

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