Quando gli uomini si cammuffano in un branco di lupi mannari, nelle notti di luna piena, inizia la caccia come l’ordalia della memoria, per rintracciare la grande caverna cosmica. Per scoprire il sangue della terra e abbeverarsi alle origini dell’uomo lupo. Per colonizzare le dense, umide valli degli ultimi territori selvaggi rimasti, dalle distese gelate dell’artico alle lande desolate della steppa siberiana.
Territori gelidi cari alle cornacchie umane.

Si mormora che padroneggino la telepatia, l’invisibilità e l’ubiquità.
A volte si sente il loro ululato, ma nessuno li ha mai visti con i propri occhi. Eppure governano popoli e territori, hanno prodotto loro la globalizzazione dei mercati e della finanza internazionale.
Divinità inique di una società ingiusta.

Poteri oscuri e irresponsabili, molto più potenti di governi e stati, fuori dal controllo democratico.
Produttori di disordini e paure …

Adoratori di Mefistofele che, eretto a potente seduttore, ci spinge sulla strada dell’inferno sociale. Inferno popolato dai dannati schiavizzati del consumismo e del voyeurismo esistenziale.

Loro, lupi mannari travestiti da uomini, sono i mutanti della globalizzazione, agenti stessi del liberismo radicale.

Viviamo sulla nostra pelle questi tempi drammatici, bloccati da paure programmate, trascinati nell’uniformità del terrore.

Per fermare il branco e per sconfiggerlo l’arma più efficace è la resilienza. Per questo bisogn essere in ogni istante la creazione di ciò che si è!

Emanciparsi dalle catene del quotidiano per non cadere nel paradiso dei pazzi. Per non rimanere segregati in tante isole funzionanti come Panopticon, sopravvissuti alla catastrofe prossima ventura.

A. Montanaro

Image: ‘Werewolves moshing’

Werewolves moshing

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