“Chi controlla il futuro, controlla l’umanità”

Dovunque nel mondo esistono racconti che raffigurano gli dèi come malvagi, in una progressione sempre maggiore, e che l’umanità sia andata avanti aggiungendo tratto a tratto fino a raggiungere la più perfetta concezione della malvagità e l’ha chiamata guerra; prostrandosi.

Mentre si attende la metamorfosi per puntare in alto – il Tolemaico di Benn profetizzava che i criminali non fanno difetto; mentre i monaci sono invisibili ma tengono tutt’ora l’ordine del mondo – come i sette veggenti vedici (petrolio) o i sapienti nascosti della Quabbalah (banchieri) – quelli che si fanno vedere sono altri: politici, mafiosi, terroristi, categorie ubique e calamitanti.

Si predica la democrazia estesa a tutti con il privilegio di accedere a cose che non esistono più.

Mentre i necromanti dirigono il mondo digitabile, le moltitudini visionarie si espongono allo shock dell’ignoto. Non ci porta lontano sottolineare, con fanatismo, l’aspetto enigmatico di ciò che è enigmatico; si penetra nel suo mistero grazie alla dialettica che riconosce il quotidiano come impenetrabile e l’impenetrabile come quotidiano (Benjamin).

Sono i veleni di quel passato che bussano alle porte dell’Europa, quei veleni che i dottori non riescono ad individuare se non con il numero ’33 – che sonnecchia sotto la polvere e come un dormiente scomodo ha soprassalti che spaventano! Si annusa un non so che di isterismo… andiamo verso un orizzonte violento e di orrore, si avverte un avvenire buio che porterà l’umanità verso il baratro.

Bisogna dichiarare da subito, forte e alto, tutto il marciume che accomuna emotivamente “l’uomo”, di destra o di sinistra, che si appresta a scatenare l’orrore della guerra.

Il sogno vacuo del proletariato in tuta blu, l’eroe che ci doveva liberare dallo sfruttamento, è sparito nel consumismo e nel neoliberismo selvaggio della globalizzazione.

La vittoria dell’illuminismo coatto da parte del capitalismo finanziario ha prodotto la società del rischio che oggi viviamo, nell’angoscia della sparizione del tempo.

A. Montanaro

Image: ‘Short leash Time‘ http://www.flickr.com/photos/55595914@N05/35203754435 Found on flickrcc.net

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